Immagine sacra, rappresentante Cristo, la Vergine, un santo ecc., su tavola. Attestate fin dal 5° sec., le i. hanno avuto grande diffusione, come oggetto di culto e venerazione, nel mondo bizantino dalla seconda metà del 6° sec. e sono strettamente coinvolte nella questione riguardante la liceità dell’immagine divina, sancita definitivamente, dopo il periodo iconoclastico, dal Concilio di Nicea (843). Tra le più antiche i. si ricordano quelle conservate nel monastero di S. Caterina sul Sinai (6°-7° sec.) e a Roma (Madonna della Clemenza, 7°-8° sec., S. Maria in Trastevere). Oltre a immagini isolate si ebbero i. con raffigurazioni sacre narrative.
La produzione di i. ebbe larga diffusione nelle province dell’Impero d’Oriente e soprattutto in Russia (fino al 19° sec.); a Cipro, a Venezia, a Creta (fino al 18° sec.); nella Penisola Balcanica, nei conventi del Monte Athos ecc. Dal 7° sec. invalse l’uso di coprire le i. con un rivestimento di metallo che lasciava vedere solo parti della figura (volto, mani, piedi) o, nei casi più antichi, che copriva solo le mani o la mano destra. A partire dall’11° sec. si diffondono i. che riuniscono tutti i santi principali di un mese, e quelle che raffigurano le festività liturgiche (dodekaorton).
Le i. erano concepite come oggetti isolati o destinate a essere poste nell’iconostasi, struttura divisoria interposta fra la zona presbiteriale delle chiese e quella riservata ai fedeli. Presente nelle basiliche paleocristiane (pergula) e nelle chiese mediobizantine (templon), l’iconostasi è costituita da un colonnato architravato i cui intercolumni sono chiusi, tranne nei varchi di passaggio, da plutei e transenne marmoree e, nella parte superiore, da cortinaggi. Nelle chiese di rito greco, cattolico e ortodosso, l’iconostasi è per lo più costituita da un muro pieno aperto da tre porte: quella di mezzo (porta santa) serve per far passare solo il vescovo, il sacerdote e in certi casi il diacono. Le altre due conducono agli ambienti limitrofi (protesi, diaconico).
Raffigurazione di tipo simbolico di un comando, di una funzione, di un file, di un programma applicativo o altro, che appare sugli schermi degli elaboratori che utilizzano la rappresentazione a finestre (➔ finestra). Le i. hanno funzione mnemonica e permettono di identificare rapidamente il tipo di oggetto rappresentato, il cui nome è normalmente indicato sotto l’i. stessa. Le i. possono essere facilmente attivate per mezzo del mouse. Esempio di i. è costituito dal disegno schematico di una cartella, median;te la quale possono essere aperte delle finestre ausiliarie, contenenti a loro volta altre i., secondo una struttura logica ad albero.