Errore dei sensi o della mente che falsa la realtà. Le i. vanno considerate come percezioni reali falsate da rappresentazioni che si fondono così strettamente allo stimolo sensoriale che il soggetto perde la capacità di differenziare gli elementi sensoriali diretti da quelli riprodotti. Si suddividono, secondo K. Jaspers, in illusione da disattenzione: lo stimolo sensoriale insufficiente è completato da coefficienti rappresentativi (correzione inconscia di errori di stampa secondo il significato di insieme); illusioni affettive: stati emotivi, per es. la paura, possono falsare la percezione reale (scambio di un tronco con una persona in un bosco); pareidolie: la fantasia completa impressioni sensoriali creando strutture illusorie (macchie di un muro che sembrano figure). Le pareidolie non sono, nel normale, in rapporto con un particolare stato emotivo, né vi si attribuisce un significato di realtà, per quanto i quadri illusori non scompaiano con l’attenzione. Tale fenomeno è utilizzato anche come metodo di studio della personalità nel test di Rorschach (➔ Rorschach, Hermann).
Tipo di i. in cui si verifica un vero contrasto fra ciò che vediamo e la realtà fisica dell’oggetto (v. fig.). Per es., nelle linee di Zöllner, il parallelismo non è più percepito perché alterato dai trattini trasversali; nell’altro classico esempio di Müller-Lyer il diverso orientamento degli angoli fa apparire disuguali due segmenti della stessa lunghezza. Le i. ottico-geometriche stanno a indicare il carattere unitario della percezione, confermando che essa non è una somma di sensazioni ma una nuova realtà autonoma strutturata globalmente.
Erronea percezione della pressione fiscale che altera la valutazione da parte del contribuente del costo dei servizi pubblici o della loro utilità; si tratta di un processo, non sempre intenzionalmente voluto dai governanti, che è stato studiato soprattutto da A. Puviani (1903) e da M. Fasiani (1939).
Errata valutazione di variabili economiche in base alla quale le scelte di domanda e di offerta sono influenzate dal valore nominale della moneta e non dal suo valore reale espresso in termini di potere d’acquisto. Per es., l’i. monetaria si manifesta quando l’agente economico percepisce un aumento del proprio reddito monetario come un aumento della ricchezza, non considerando l’andamento dei prezzi che può compensare, in parte o del tutto, l’incremento nominale del reddito.