Cittadina della Svizzera meridionale (14.909 ab. nel 2008), nel Canton Ticino, posta a 205 m s.l.m. sulla sponda nord-occidentale del Lago Maggiore, alla foce del Maggia. Distante 11 km dalla frontiera italiana, è una frequentata stazione turistica, con clima estremamente mite, e un noto centro culturale. Industrie alimentari, meccaniche ed elettrochimiche. Scalo lacuale, è collegata per ferrovia a Domodossola e a Bellinzona.
Centro importante fin dall’età preromana, curtis regia in età longobarda e franca; feudo dei vescovi di Como nell’11°-12° sec., fu espugnata e distrutta dai Milanesi nel 1156. Il comune vi si formò nel 12° sec. e rimase in vita anche nel secolo successivo, quando L. passò ai signori, poi conti, Rusca; divenuti questi vassalli (dal 1343) dei Visconti di Milano, la città seguì le vicende di questo Stato, contribuendo efficacemente nel 15° sec. a contenere le offensive svizzere verso la Pianura Padana; solo nel 1512 i confederati la occuparono stabilmente. Nel 1803 la città entrò a far parte del Canton Ticino, divenendone per qualche tempo, alternativamente con Lugano e Bellinzona, la capitale.
A L. si tiene dal 1946 il L. international film festival, considerato tra i principali festival cinematografici europei.
Patti di L. Complesso di atti elaborati nella conferenza per la sicurezza e la pace tenuta a L. dal 5 al 16 ottobre 1925. Firmati a Londra il 1° dicembre 1925 dai delegati di Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia, gli atti furono costituiti da singoli trattati e convenzioni tra diversi Stati. Il documento fondamentale fu il cosiddetto Patto renano tra Germania, Belgio, Francia, Gran Bretagna e Italia, con cui i primi tre Stati s’impegnarono a non ricorrere alla guerra, se non per legittima difesa o in adempimento di doveri societari, e tutti e cinque a garantire lo status quo territoriale fissato dal trattato di Versailles. Con esso la Francia otteneva la sicurezza sul Reno e la Germania rientrava con parità di diritto nel rango di grande potenza. Il patto, entrato in vigore con l’ingresso della Germania nella Società delle Nazioni (1926), instaurò un periodo di distensione tra le potenze europee (‘spirito di L.’). Fu denunciato da A. Hitler il 7 marzo 1936.