Comune della Basilicata (392 km2 con 60.530 ab. nel 2020), dal 1927 capoluogo della provincia omonima.
Il nucleo antico della città è situato sul declivio occidentale di un affossamento del lembo occidentale delle Murge, la cui parte più profondamente incisa nei cosiddetti tufi calcarei, e dalle pareti verticali, forma la Gravina di M., uno fra i più importanti e noti fenomeni di erosione di tal genere nel territorio geograficamente e geologicamente ancora pugliese (bacino inferiore del Bradano, versante N). Un pronunciato sperone di roccia divide lo stesso nucleo in due parti, dette Sassi (Barisano a NO, Caveoso a SE), in cui le abitazioni sono in gran parte scavate a successivi ripiani nella rupe calcarea, per lo più con la sola facciata in pietra lavorata. Fino agli anni 1950 i due quinti della popolazione dell’intera città dimorava nel complesso semitrogloditico dei Sassi. Nel 1952 una legge dispose il trasferimento degli abitanti dei Sassi in cinque borgate di nuova costruzione (La Martella, Serra Venerdì, Venusio, Lanera e Spine Bianche). Alcuni complessi industriali, alla periferia della città, sono dediti alla produzione di materiale rotabile per ferrovie, tramvie e filovie, di apparecchiature meccaniche e carpenterie metalliche, nonché di manufatti di ceramica.
Di origine incerta, M. fu città importante in età romana, devastata più volte, per opera di Pirro, di Annibale e nel corso della guerra sociale. Nell’Alto Medioevo i Longobardi la incorporarono al ducato di Benevento prima, al principato di Salerno poi; Ludovico II imperatore la riconquistò (867) ai Saraceni e poco dopo l’imperatore d’Oriente, Basilio I il Macedone, la fortificò e ne fece uno dei principali capisaldi dei possessi bizantini nell’Italia meridionale, contro i Longobardi, i Saraceni (che la rioccuparono ancora nel 937 e 994) e le milizie imperiali di Ottone II; nel 1061 circa, ribelle al governo greco, M. fu occupata dai Normanni di Roberto Loffredi, i cui discendenti la tennero fino al 1133. Da allora la città passò alternativamente dalle dipendenze dirette della corona alla condizione di dominio feudale. Alla fine del 15° sec. Ferdinando II d’Aragona la concesse a Giancarlo Tramontano, contro cui il popolo insorse, uccidendolo nel 1514; nel 1578 M. si riscattò per denaro dai creditori degli Orsini, suoi ultimi feudatari, finché nel 1638 ottenne il definitivo riconoscimento regio dei diritti di città demaniale. Fu capoluogo della Basilicata dal 1663 all’agosto 1806, quando Giuseppe Napoleone trasferì la capitale della regione a Potenza.
Il nucleo più antico della città è costituito dai Sassi. Del 1954 è il piano regolatore di L. Piccinato, realizzato con L. Quaroni, C. Aymonino, C. Chiarini e altri. Nel 1986 è stato avviato il recupero del rione Sassi, che nel 1993 è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio mondiale dell’umanità. Nell'ottobre del 2014 M. è stata designata Capitale europea della cultura per il 2019. Monumenti notevoli: duomo (inizio 13° sec., interno trasformato nel 18° sec.), di forme romanico-pugliesi; S. Domenico e S. Giovanni Battista, romaniche; S. Agostino (1594, rifatta nel 1750). Tra le costruzioni barocche: S. Francesco d’Assisi (costruita sulla chiesetta ipogea dei SS. Pietro e Paolo dell’11° sec.), del Carmine, del Purgatorio, Seminario, l’ex convento di S. Chiara (sede del Museo Nazionale D. Ridola, ampliato 1985). Il castello, a tre torrioni cilindrici, fu eretto da G.C. Tramontano (16° sec.).
Provincia di M. (3.479 km2 con 194.853 ab. nel 2020). Comprende 31 comuni. Ha un’incidenza del reddito proveniente dall’agricoltura valutata a circa il 10% del totale (1999); il processo di industrializzazione non ha prodotto significative iniziative locali: le imprese chimiche localizzate in corrispondenza dei giacimenti petroliferi e metaniferi della valle del Basento (Pisticci e Ferrandina), caratterizzate da strutture organizzative dipendenti da gruppi esterni alla compagine regionale, hanno subito processi di ridimensionamento. Nei pressi di M. si trova il distretto industriale del mobile imbottito. Il turismo, anche balneare (le spiagge sul Mar Ionio sono distanti non più di 50 km dal capoluogo), è in progressivo incremento.
Oggetti di età e di tipo paleolitico (amigdale e punte di lancia) provengono dalle sponde del Bradano. Industria litica del Paleolitico superiore e del Neolitico è attestata nelle grotte dei Pipistrelli (a 4 km da M.) e Funeraria (resti neolitici). A pochi kilometri da M., si trovano le stazioni di Serra d’Ambo e Setteponti. Importanti le accette neolitiche levigate e poi scheggiate, tipiche della regione. Si riferiscono alla civiltà eneolitica: villaggi trincerati di Murgia Timone, Murgecchia, Tirlecchia, Serra Rifusa; grotte naturali sepolcrali (Gravina di Petrapenta); dolmen e tombe a fossa a San Martino e Martinelle; all’età del Bronzo, grotticelle artificiali; all’età del Ferro, tumuli con loculo funerario, a Murgia Timone. Nella zona dell’abitato moderno di M. e nei dintorni sono state rinvenute diverse tombe, con corredi databili tra 6° e 4° sec. a.C. Stile di M. Tipo di decorazione che contraddistingue una classe ceramica del Neolitico medio, diffusa tra M., Brindisi e Taranto. Consiste in una decorazione, con motivi a zig-zag, a fasce spezzate, a losanghe e triangoli, graffita sulla superficie nero-lucida dei vasi.