Struttura tessile piana prodotta con tecnologie diverse dalla tessitura e dalla maglieria; consiste in un velo di fibre (per es., polipropilene, rayon viscosa) tenute insieme con procedimenti di collegamento meccanico, chimico, termico. Pertanto i n. sono una particolare categoria di prodotti che non prevedono nel loro ciclo di fabbricazione la filatura e non comprendono i feltri e i cosiddetti materiali composti. I primi n. risalgono al 1930 circa, allorché alcuni ricercatori studiarono il modo di produrre surrogati del cuoio e di ridurre i costi di produzione dei tessuti eliminando le costose fasi della filatura e della tessitura.
Il successo dei n. è dovuto principalmente alla possibilità di fornire prodotti funzionali, con significativi vantaggi di costo, conseguenza diretta della relativa semplicità dei processi di fabbricazione e delle elevate potenzialità degli stessi. L’impiego principale del n. è rappresentato da articoli da gettare dopo l’uso (bende, fasciature, materiali per pulizia); tuttavia, quote significative sono rappresentate dai n. durevoli come geotessili (teli per risanamento biologico del terreno, materiali drenanti per costruzioni stradali e ferroviarie, sottofondo per impianti sportivi), articoli per intrafodere nei prodotti di abbigliamento, articoli per arredo della casa, prodotti per l’industria automobilistica (sia per l’arredamento interno della carrozzeria sia per la componentistica come filtri e guarnizioni), isolamenti e rivestimenti per l’edilizia e materiali per l’agricoltura (reti di protezione, impermeabilizzanti ecc.). Esistono numerosi tipi di processi per la produzione dei n., tutti comunque articolati su tre fasi: formazione del velo o del fondo, coesionamento del medesimo, post-trattamenti per migliorare il prodotto.
Nella fase di formazione del velo le fibre vengono disposte in una struttura piana, durante la quale si ottiene un semilavorato in cui la coesione tra le fibre è piuttosto debole e non ne permette l’impiego senza successive lavorazioni. Nella fase di coesionamento del velo, i veli formati nella fase precedente debbono essere legati per ovviare alla loro debole coesione. Le tecniche più usate sono: a) per via chimica, mediante la quale il coesionamento è realizzato attraverso l’applicazione di un collante effettuata o con immersione totale del velo o a spruzzo; b) per via meccanica, attraverso cui le fibre sono legate per aggrovigliamento delle stesse; c) con filo di cucitura, da cui si ottengono prodotti soffici di grosso spessore, per es. ovatte per particolari usi; d) per via termica, grazie alla quale le fibre che formano il velo vengono saldate l’una all’altra per effetto del riscaldamento. In seguito, allo scopo di ottenere sul manufatto proprietà e caratteristiche particolari, possono essere effettuate diverse operazioni tra le quali: la goffratura, la stampa, l’accoppiamento ad altri trattamenti per influenzare proprietà come la porosità, la traspirabilità, l’assorbimento, l’idrorepellenza ecc.