tessitura Nello studio statico e costruttivo dei solai o del tetto di un fabbricato o di altra costruzione, e in genere delle strutture portanti composte da tanti elementi paralleli, genericamente la distribuzione degli elementi resistenti della struttura stessa (come travi di legno o di ferro; barre metalliche di armatura nel caso del cemento armato) in relazione alla posizione che hanno le altre strutture portanti principali (murature, travi perimetrali ecc.).
Operazione eseguita al telaio, artigianale o industriale, che ha per scopo, attraverso l’intreccio al telaio di fili ricavati da fibre tessili, la fabbricazione dei tessuti. Il tipo di intreccio più comunemente adottato è costituito da una serie di fili paralleli a (v. fig.) detti di ordito, fra i quali passa un filo continuo, detto di trama, che va da un estremo all’altro del tessuto; durante la t. una parte dei fili d’ordito, secondo le disposizioni dettate dal tipo di armatura prescelto, viene alzata o abbassata (fig. A), a mezzo di opportuni organi b del telaio, detti licci, in modo da lasciare un varco per il passaggio del filo di trama c. Successivamente i licci riportano nella primitiva posizione i fili d’ordito, che poi si sposteranno come prima ma in verso contrario (fig. B) per far nuovamente passare la trama d, e via di seguito: il pettine del telaio spinge le trame inserite l’una contro l’altra secondo la fittezza stabilita, formando così il tessuto (➔). La varietà dei tipi di tessuto è dovuta alle svariate modalità con cui i fili d’ordito possono essere sollevati o abbassati. I tessuti, una volta tolti dal telaio, sono sottoposti a tutta una serie di accurati esami per rilevare le caratteristiche meccaniche proprie di ogni tipo di tessuto. La pezza greggia scaricata dal telaio, prima di essere inoltrata alla vendita, subisce un certo numero di trattamenti di finitura intesi a eliminare i difetti di t., a eliminare dalla superficie del tessuto la peluria che la ricopre, a eliminare le materie vegetali eventualmente in esso contenute, a impartire un maggior corpo, una migliore copertura, un tatto più soffice ecc., a somministrare un giusto grado di umidità, a fissare definitivamente le dimensioni della pezza, a ricoprire eventualmente la superficie di uno strato particolare, a raggiungere speciali effetti, a tingere, se la tintura si deve compiere in pezza, oppure a candeggiare, a impermeabilizzare ecc. Il numero e la qualità dei trattamenti variano secondo il tipo di tessuto.
La preparazione dell’ordito, la preparazione della trama, la t. vera e propria e la finitura dei tessuti si compie negli stabilimenti di t., che genericamente risultano composti di: reparto spolettiere per la preparazione dell’ordito; area destinata al rimettaggio e passatura in pettine; reparto telai; area contenente i banchi per gli assistenti. Nei locali annessi trovano sistemazione: la macchina imbozzimatrice con asciugatoio ad aria calda, la caldaia per l’imbozzimatrice, il magazzino filati e deposito subbi, il locale per la visita delle pezze e magazzino pezze, il magazzino pettini e licci, la sala motori, gli uffici ecc. La parte dello stabilimento destinata alle operazioni di apparecchiatura e finitura dei tessuti comprende: locale per l’impianto termico, locale per l’impianto di carbonizzo, locale dell’apparecchiatura umida, locale dell’apparecchiatura secca, magazzini, uffici ecc.
L’arazzo (➔) è la più impegnativa espressione della t. artistica, anche in età moderna oggetto di elaborazioni e rinnovato interesse. In Francia, accanto alle manifatture di antica fondazione (Gobelins, Beauvais, Aubusson) e alle scuole di Strasburgo, Anger, Sèvres, sorgono nuovi ateliers (Saint-Cyr, Cauquil-Prince, Plasse Le Caisne, La Baume-Dürrbach) e gallerie specializzate (La Demeure, a Parigi). Le esperienze dell’officina di t. del Bauhaus sono state diffuse e continuate negli USA da A. Albers e in Svizzera da G. Stadler-Stölzl. In Italia è da ricordare l’opera personale di N. Berlinguer, conosciuta anche come interprete di cartoni di C. Cagli, R. Guttuso, U. Mastroianni ecc. Sono infine venute alla ribalta le innovazioni elaborate nell’Europa Orientale, negli Stati Uniti e nell’America Latina. Nel secondo dopoguerra, infatti, più ardite sono state le sperimentazioni tese a liberare progressivamente questo genere artistico dai materiali e dagli strumenti di lavorazione tradizionali e, quindi, dai limiti dei suoi stessi canoni. L’abbandono frequente del vincolo a un supporto murale fa sì che la t. artistica si imponga in una nuova dimensione spaziale, creando forme tridimensionali tessute o sculture in fibra. Oltre alla Biennale de la tapisserie di Losanna, numerose mostre hanno contribuito alla diffusione delle nuove tendenze.