(russo Osetija) Regione della Caucasia, divisa politicamente in O. Settentrionale e O. Meridionale. Il territorio è prevalentemente montuoso, con clima rigido e piovoso nella parte meridionale. Vi abbondano la vegetazione forestale e i pascoli alpini; sono diffusi le colture di cereali e l’allevamento.
Fu colonizzata anticamente dagli Osseti; dopo il 1784 la Russia ne iniziò la conquista, portandola a termine nel 1802, e consolidò il suo dominio con la costruzione della strada militare georgiana, aperta nel 1864 attraverso la gola di Dariel. In epoca sovietica la regione fu suddivisa amministrativamente in due parti.
Gli Osseti, il cui nome nazionale è Ironi, sono una popolazione iranica stanziatasi sin dal Medioevo sulla catena del Caucaso, di cui occupano la regione centrale e più elevata, nel distretto di Terek e nell’alto bacino del Rion. Convertiti in parte al cristianesimo a partire dal 4° sec., e più tardi gradatamente islamizzati, gli Osseti conservarono a lungo tracce di riti sciamanici; attualmente vivono in villaggi praticando l’agricoltura e l’allevamento.
La lingua ossetica, documentata letterariamente dalla metà del 19° sec., scritta un tempo con caratteri russi parzialmente modificati e dagli ultimi decenni anche in caratteri latini, è una lingua indoeuropea appartenente alla famiglia linguistica iranica.
Repubblica autonoma della Russia (8.000 km2 con 704.000 ab. nel 2005); capitale Vladikavkaz. Divenuta oblast´ autonoma della Repubblica socialista federativa sovietica russa nel 1924 e Repubblica autonoma nel 1936, nel 1944 le furono annessi territori già appartenenti all’Inguscezia. Dopo lo scioglimento dell’URSS, nel 1991, ha conservato lo status di Repubblica autonoma. La discreta integrazione economica, la presenza di una forte componente russa nella popolazione, nonché la rafforzata presenza militare nell’ambito della guerra in Cecenia hanno fatto sì che sia rimasta implicata solo di riflesso negli sconvolgimenti che hanno interessato il resto dell’area caucasica. Tuttavia è frequentemente teatro di azioni terroristiche, messe in atto dai gruppi indipendentisti ceceni (eclatante nel 2004 il sequestro di oltre 1000 tra bambini, genitori e insegnanti in una scuola di Beslan, terminato con la morte di 394 persone).
Regione autonoma della Georgia (3.900 km2 con 48.000 ab. nel 2005); capitale Chinvali. Nel 1922 fu costituita in oblast´ autonoma della Repubblica di Georgia (parte fino al 1936 della federazione transcaucasica) e mantenne pacificamente questo status fino a quando l’assetto dell’URSS cominciò a vacillare. A partire dal 1989 si diffuse un movimento separatista che rivendicava il ricongiungimento con l’O. Settentrionale. Alla fine del 1990 l’O. Meridionale si autoproclamò Repubblica sovietica ma il Parlamento georgiano ne decretò la dissoluzione; la tensione sfociò in aperto conflitto (1991) e nel 1992 il popolo osseto, affiancato dalle truppe russe, votò l’indipendenza in un referendum che però non ebbe alcun riconoscimento internazionale. Fu istituita una forza di pace costituita da Russi, Georgiani e Sudosseti. Nel 2004 si riaccesero gli scontri; nel 2006, in un nuovo referendum, il 99% degli Osseti si espresse a favore della richiesta del riconoscimento internazionale dell’indipendenza. Nell’estate 2008 la Georgia ha cercato di ristabilire il suo controllo sull’O. Meridionale, a sostegno della quale la Russia ha inviato le sue truppe. Dopo un breve conflitto, terminato con la mediazione dell’Unione Europea, la Russia ha riconosciuto formalmente l’indipendenza dell’O. Meridionale e la Georgia ha abbandonato la CSI; nel riconoscimento alla Russia hanno fatto seguito nel 2009 Nicaragua e Venezuela. Sul fronte interno, le consultazioni presidenziali tenutesi nel marzo 2012 hanno visto l'affermazione di L. Tibilov, ex capo del KGB locale, che con il 54,1% delle preferenze si è riconfermato vincitore al ballottaggio tenutosi nel mese successivo. Alla presidenza del Paese sono stati successivamente eletti A. Bibilov (2017-2022) e A. Gagloev (2022 - ).