Membro di formazioni irregolari armate che agiscono su un territorio occupato dal nemico esercitando azioni di disturbo e di guerriglia.
Guerra p. Azione di guerra che si svolge di consueto su un territorio invaso dal nemico e, fidando sulla solidarietà delle popolazioni e sulla conoscenza dei luoghi, tende a rendere insicure le linee di rifornimento, strade ecc. dietro il fronte, sino a mettere in crisi l’avversario con l’insurrezione generale.
Il termine, diffuso dall’Italia in Europa già nel 16° sec., acquistò un più preciso significato con la crisi delle spartizioni della Polonia, quando J.-J. Rousseau nelle sue Considérations sur le gouvernement de Pologne del 1771 e quindi L.A. Caraccioli nel 1775 suggerirono che la rinascita della nazione polacca poteva giungere solo dalla petite guerre o guerriglia. Tale tipo di combattimento fu condotto in forme moderne contro le forze di Caterina II dai comandi della Confederazione di Bar, quindi in Spagna durante la ‘guerra de la independencia’ contro Napoleone nel 1808-13 e sempre contro questo durante la campagna di Russia del 1812. L’idea della guerra p. giunge a saldarsi nel 19° sec. con gli ideali di ascesa nazionale: la tenne viva per primo come teoria politico-militare T. Kościuszko in un suo scritto del 1800, seguito con l’azione pratica e gli scritti da altri militari e politici polacchi; questi ideali romantici di una guerra di popolo furono condivisi, in Italia, da G. Pepe, dal conte C.A. Bianco di Saint Jorioz col suo scritto Della guerra nazionale d’insurrezione per bande applicata all’Italia (1830) poi ripreso da G. Mazzini con lo scritto del 1833 Della guerra d’insurrezione conveniente all’Italia; in Russia dal poeta e generale russo D.V. Davydov con uno scritto del 1821, mentre nei Balcani l’endemico insurrezionismo antiturco, condotto per secoli con metodi di guerriglia, continuò a manifestarsi a più riprese specie nel 1875-78, anche con intervento di garibaldini italiani. In Cina contro i Giapponesi dopo il 1931 e nel corso della Seconda guerra mondiale (dalla Polonia alla Russia, dalla Francia ai Balcani, e in ultimo all’Italia), la resistenza contro gli occupanti assunse forme di guerriglia partigiana. In Europa, durante la Seconda guerra mondiale, il termine p. indicò tutti gli appartenenti ai movimenti di resistenza contro la potenza occupante, qualunque fosse la forma della loro organizzazione e della loro attività.
A norma della III Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949 sul trattamento dei prigionieri di guerra, affinché ai p. competa lo status di prigionieri di guerra, occorre che siano adempiute le 4 condizioni previste dal diritto internazionale bellico ai fini della qualifica di ‘legittimi combattenti’: obbedire a un comando responsabile; recare segni visibili a distanza; portare apertamente le armi; rispettare le leggi e i costumi di guerra.
P. della pace Organizzazione internazionale, sorta nel 1949 con l’adesione di partiti e di movimenti politici e culturali di sinistra, con scopi di denuncia e di lotta contro i pericoli di una Terza guerra mondiale; la sua attività di propaganda si esaurì dopo la morte di Stalin (1953), che aveva fornito il principale impulso e sostegno al movimento.