Storico, filosofo e polemista (La Carla, Ariège, 1647 - Rotterdam 1706). La produzione di B., nata da intenti polemici e ispirata al razionalismo, trova la sua migliore espressione nel Dizionario storico-critico (1695-96), in cui le erudite voci biografiche diventano lo spunto per la discussione di grandi problemi filosofici. B. difese il principio della tolleranza religiosa e considerò possibile una società di atei.
Di famiglia calvinista, studiò all'Accademia riformata di Puylaurens, poi a Tolosa, ove, seguendo come esterno i corsi del collegio dei gesuiti, si convertì al cattolicesimo (1669) per ritornare poco dopo al calvinismo, lasciando Tolosa per Ginevra (1670). Insegnò all'Accademia protestante di Sedan (1675-81), poi a Rotterdam all'École illustre aperta ai rifugiati francesi; nel 1693 perse la cattedra e il diritto d'insegnare. Continuò la sua attività di studioso lavorando con l'editore R. Leers. Il gusto per l’erudizione quale strumento di una ragione storica e scettica, l’impegno nella lotta contro antichi pregiudizi, la discussione sempre problematica di grandi temi teologici, costituiscono le caratteristiche di tutta la produzione di Bayle. Così nelle Pensées diverses [...] à l’occasione d’une comète (1682), combattendo le interpretazioni astrologiche e teologiche della recente comparsa di una cometa, B. allarga il discorso a problemi di ordine religioso e morale, enunciando fra l’altro la celebre tesi della possibilità di una ‘società di atei’, cioè di un ordinamento civile fondato su una morale e una giustizia naturale, svincolato da presupposti religiosi. A questo complesso di tesi si congiunge la difesa della tolleranza: il tema, già da tempo operante nella cultura europea, è svolto da B. nel Commentaire philosophique (1686) al versetto evangelico: «Compelle intrare»; B. (in polemica diretta con la teoria agostiniana della repressione dell’eresia, seguita concordemente dalla tradizione teologica) nega la legittimità dell’intervento del braccio secolare per imporre una determinata confessione religiosa, difende i diritti di ciascuno di professare il proprio credo e quindi anche la libertà di coscienza, il cui rispetto è conforme «al genio di ogni religione e specialmente al Vangelo».
Nati prevalentemente da intenti polemici e impegnati su temi di attualità sono le Nouvelles de la République des lettres e il Dictionnaire historique et critique. Le Nouvelles, pubblicazione periodica (1684-87), passavano in rassegna i libri che venivano pubblicati in Europa, intervenendo tempestivamente su argomenti diversissimi e determinando interpretazioni e orientamenti. Il Dictionnaire (1a ed., 1695-96; ed. definitiva, 1730 e 1740) mette in evidenza la sterminata erudizione di B. e rivela un grande disegno di ricostruzione e interpretazione storica non solo di personaggi (l’impianto è biografico) ma, attraverso di essi, di grandi problemi. È soprattutto nelle note (remarques), la parte prevalente dell’opera, che vengono affrontati problemi eruditi (autenticità di fonti, correzioni di date e biografie della storia sacra e profana), così come i grandi temi della cultura contemporanea (celebri per es. gli articoli: Manichéens, Maronites, Pauliciens per il problema del male e del dualismo; Rorarius per la discussione sull’anima delle bestie; Spinoza per l’interpretazione critica della sua filosofia ecc.). Materiali raccolti ma non utilizzati per il Dictionnaire costituirono la Réponse aux questions d’un provincial (4 vol., 1703-06; un quinto volume uscì postumo), ove tra l’altro B. discusse le tesi di W. King sul male. La fortuna del Dictionnaire fu larghissima e costituì nel Settecento un veicolo privilegiato della cultura storico-critica e del razionalismo seicentesco.