Fondata sul Trattato di Roma del 1957 istitutivo della Comunità Economica Europea (CEE), la politica agricola comunitaria (PAC) è ora disciplinata, unitamente alla pesca, dalla parte I, titolo III del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (UE) (ex Trattato CEE), agli artt. 38-44.
Il Trattato prevede una serie di norme e meccanismi volti a regolare gli scambi e le lavorazioni dei prodotti agricoli (che comprendono i prodotti del suolo, dell’allevamento e della pesca) in ambito UE, mediante la realizzazione di specifiche finalità quali: l’incremento della produttività dell’agricoltura attraverso lo sviluppo tecnologico, l’assicurazione di un tenore di vita equo alla popolazione agricola comunitaria, la stabilizzazione dei mercati, la sicurezza degli approvvigionamenti e la ragionevolezza dei prezzi.
La PAC costituisce una delle più importanti politiche dell’UE non solo in ragione del suo peso sul bilancio dell’Unione, della popolazione agricola interessata e dell’estensione del territorio destinato alle colture, ma anche in considerazione dell’ampia devoluzione di sovranità che i singoli Stati membri hanno attuato, in questa materia, in forza dei Trattati comunitari (Diritto dell’Unione Europea).
Origine ed evoluzione. - Secondo l’art. 3 del Trattato istitutivo della CEE, la Comunità doveva disporre una ‘politica comune’ nel settore dell’agricoltura. La PAC è stata sviluppata in seno alla CEE progressivamente dal 1960 (i primi regolamenti entrarono in vigore il 30 luglio 1962). Per circa 30 anni si è basata su tre principi fondamentali: l’unicità del mercato tra gli Stati membri, con fissazione dei prezzi comuni e armonizzazione delle legislazioni in campo amministrativo, sanitario e veterinario; la preferenza comunitaria (vale a dire la protezione doganale verso l’esterno), per tutelare il mercato comunitario dalle fluttuazioni delle importazioni e delle esportazioni sui mercati mondiali; la solidarietà finanziaria, attuata per mezzo del Fondo europeo di orientamento e garanzia per l’agricoltura (FEOGA), per il sostegno dei prezzi agricoli e per il finanziamento degli investimenti nel settore agrario. Successivamente, la creazione di ingenti eccedenze di prodotti agricoli, la sperequazione degli oneri fra le imprese e gli importanti mutamenti determinati dall’ampliamento della CEE – aspetti per i quali si rinvia alla voce Unione Europea – portarono, dopo lunghe trattative, alla riforma del 1992, con la quale la politica agricola è divenuta una “politica dei redditi degli agricoltori”, passando da una forma di assistenza alla produzione a forme di intervento sui redditi agricoli, promuovendo misure volte a sostenere l’economia rurale nel suo complesso, la rivitalizzazione delle aree rurali e la diversificazione dell’economia. Una serie di nuove riforme è poi stata avviata nel 2008, con l’obiettivo di modernizzare e semplificare la PAC. Attualmente, il fine della PAC è quello di rendere i produttori in grado di competere in modo autonomo sui mercati dell’UE e su quelli mondiali.
Pesca. Diritto dell’Unione Europea