L’insieme dei metodi d’indagine psicologica che tendono al raggiungimento di valutazioni quantitative del comportamento umano o animale.
La nascita della p. si può far coincidere con quella della psicologia sperimentale, cioè con la comparsa della misura, e quindi del numero, in psicologia, per opera del fisiologo G.T. Fechner. Dal punto di vista storico, lo sviluppo della p. è legato alla diffusione dell’utilizzazione dei test psicologici, strumenti di misura atti a consentire l’osservazione accurata di segmenti di comportamento provocato.
F. Galton fu il primo ad approntare, nel suo laboratorio fondato a Londra nel 1882, strumenti per misurare caratteristiche quali l’accuratezza visiva e auditiva, la forza muscolare, il tempo di reazione, ma è a J.M. Cattell, allievo di W. Wundt, che si deve la fusione tra la psicologia sperimentale e l’applicazione dei test psicologici. Al nome di A. Binet sono legati i primi test d’intelligenza; C. Spearman per primo, nel 1904, usò una complessa tecnica matematica, l’analisi fattoriale, per l’interpretazione di dati psicologici.
Nel periodo tra le due guerre mondiali, gli psicologi statunitensi contribuirono in massima parte alla costruzione e alla diffusione di test psicologici per la misura di abilità, atteggiamenti, caratteristiche di personalità ecc. Le qualità o caratteristiche fondamentali che si richiedono a un test, o altra tecnica metrica, perché possa essere considerato un accettabile strumento di misura, sono: la validità, che riguarda la capacità sostanziale del test di misurare realmente quello che esso presume di misurare; l’attendibilità o fedeltà o costanza, che esprime l’accuratezza della misura ottenuta, ovvero il grado di confidenza con il quale lo strumento può essere usato; la discriminatività o selettività di una misura, cioè la capacità del test, o di una qualsiasi altra scala, di discriminare valori anche prossimi tra loro della caratteristica o funzione che viene valutata.
L’uso dei calcolatori ha consentito alla p. l’utilizzazione di metodologie statistico-matematiche, quali l’analisi fattoriale e la regressione multipla, che meglio rispettano la complessità dei fenomeni da misurare. Va tuttavia rilevato che, nel caso singolo, la misura psicologica ha un valore puramente indicativo, dal momento che su di essa può interferire una serie di fattori atta a inficiarla (ansia, disinteresse per la prova, atteggiamento oppositorio dei soggetti ecc.).