(ted. Siegfried o Sigfrid; ant. nord. Sigurdh) Eroe della tradizione mitica ed epica dei popoli germanici. I due gruppi di fonti letterarie in cui la sua figura è rimasta conservata, si distinguono non solo per appartenenza etnica e culturale, ma anche per la diversità di quanto ciascuno conserva del mito. Infatti, mentre le fonti nordiche (tra cui soprattutto l'Edda e la Völsungasaga) ricordano ampiamente le origini e le imprese giovanili dell'eroe, quelle tedesche (in primo luogo il Nibelungenlied) vi accennano soltanto e le presuppongono, ma per esteso narrano solo delle ultime vicende dell'eroe. I due gruppi di fonti risalgono, tuttavia, evidentemente a una molto più antica tradizione orale, comune in origine probabilmente a tutti i popoli germanici e successivamente alterata in modo diverso nelle varie civiltà dei popoli, dalla Bassa Renania fino alle isole Faerøer, dall'Austria fino all'Islanda (soltanto dall'Inghilterra mancano tracce del mito).
Sigfrido è figlio di Sigmundo, discendente di Odino (Wotan) che figura come capostipite divino della famiglia dei Volsunghi. Allevato dal fabbro nano Regin (o Mimir), dietro istigazione di questo uccide il dragone Fafnir, custode di grandi tesori. Bagnandosi nel suo sangue diventa invulnerabile (a eccezione di un punto del suo corpo, tra le spalle, su cui era caduta una foglia). Ha la capacità di comprendere il linguaggio degli uccelli che gli rivelano i progetti traditori del nano e gli parlano della valchiria Brunilde, circondata dal fuoco, che egli poi raggiunge e conquista. Nella versione tedesca, Brunilde è una principessa d'Islanda, disposta a sposare solo colui che riesce a superare determinate prove. Sigfrido, che si è fermato a Worms alla corte del re Gunther per ottenere la mano di Crimilde sorella del re, con l'aiuto dell'elmo che rende invisibili, conquistato ai Nibelunghi, affronta e vince le prove fingendo di essere Gunther; questi può così sposare Brunilde, alla cui mano aspirava, e permette a Sigfrido di sposare Crimilde.
Secondo la versione nordica, invece, solo dopo aver bevuto un filtro d'oblio Sigfrido lascia Brunilde e sposa la sorella di Gunther, Gudrun. L'esito è uguale: Brunilde, per vendicarsi dell'umiliazione, ordisce un complotto che si conclude con l'assassinio a tradimento (compiuto con la complicità di Crimilde-Gudrun che rivela il punto vulnerabile dell'eroe) di Sigfrido da parte di un fratello o zio del re. Nel mito di Sigfrido solo secondariamente si sono inseriti, alterandolo, ricordi storici.
Sigfrido è figura centrale nella tetralogia di R. Wagner Der Ring des Nibelungen (L'anello del Nibelungo), dove appare come incestuosamente concepito dai fratelli Sigmundo e Siglinda; in particolare sono dedicate alla sua vicenda la seconda (Siegfried) e la terza (Götterdämmerung) giornata. Inoltre, Rheinfahrt (Viaggio di Sigfrido sul Reno), intermezzo orchestrale fra il prologo e il primo atto della Götterdämmerung; Trauermarsch (Marcia funebre di Sigfrido), nella scena seconda, atto terzo, della stessa.