simpatico In neurologia, sistema nervoso s. o del gran s.: il sistema adrenergico periferico, costituito da gangli nervosi disposti a paia ai lati della colonna vertebrale e dalle fibre postgangliari che da essi si dipartono per innervare tutto il sistema vascolare e tutti i visceri; fa parte del sistema nervoso autonomo (➔ nervoso, sistema) insieme al sistema parasimpatico, generalmente a esso antagonista. La simpaticotonia è la prevalenza funzionale del sistema nervoso s. rispetto al sistema nervoso parasimpatico. Ne sono note caratteristiche lo psichismo vivace, la tachicardia, l’occhio lucido con midriasi e spesso con esoftalmo, la cute secca, pallida, fredda, l’instabilità termica. Simpaticomimetiche sono dette le sostanze che eccitano i recettori adrenergici, provocando nell’organismo effetti corrispondenti all’eccitamento fisiologico del s.: dilatazione della pupilla, secrezione delle lacrime, aumento di frequenza del ritmo cardiaco, costrizione dei vasi arteriosi con aumento della pressione, dilatazione bronchiale, eccitazione dei muscoli lisci della cute, stimolazione delle ghiandole surrenali. Da un punto di vista chimico, sono delle ammine e possono essere naturali (adrenalina, noradrenalina) o sintetiche. Una loro classificazione si basa sul tipo di azione da loro svolta a livello di uno, o entrambi, i tipi recettoriali; si parla di azione alfastimolante operata sui recettori α-adrenergici, e betastimolante su quelli β-adrenergici. Simpaticolitiche (o simpaticoplegiche), in contrapposizione a simpaticomimetiche, sono dette le sostanze in grado di deprimere il s. e di antagonizzare gli effetti delle catecolamminei. Alcune agiscono a livello dei recettori α e β (alfa e beta-bloccanti), a livello delle fibre simpatiche postgangliari, a livello dei gangli del sistema nervoso autonomo (ganglioplegici), a livello centrale. Trovano indicazione in numerosi stati patologici, prevalentemente a carico del sistema cardiovascolare.
In chirurgia, la simpaticectomia è la rimozione di porzioni più o meno estese del sistema neurovegetativo. Trova indicazione soprattutto nel trattamento di alcune affezioni morbose legate direttamente o indirettamente ad alterazioni della motilità dei vasi arteriosi (morbo di Raynaud, tromboangioite obliterante, embolie, ipertensione ecc.); più raramente, nella cura di turbe della regolazione simpatica della secrezione ghiandolare (iperidrosi palmare ecc.). Ne è stata riportata l’utilità nel trattamento di alcune forme di sindrome del QT lungo per la profilassi di aritmie ventricolari fatali. La simpaticoterapia è una tecnica terapeutica proposta per malattie caratterizzate da squilibri neurovegetativi, consistente nel blocco anestetico del ganglio sfenopalatino.
In patologia, simpatogonioma, tumore maligno costituito da cellule simpatiche embrionali; simpatoblastoma, tumore di origine simpatica, a malignità istologica e clinica intermedia tra il simpatogonioma e il ganglioneuroma, dai quali si ritiene derivi per fenomeni, rispettivamente, di differenziazione e di sdifferenziazione.
In embriologia, simpatogonio, cellula primitiva del tessuto nervoso s., che può evolversi dando origine a cellule simpatiche adulte (simpatociti) o a cellule cromaffini (feocromociti).