tenia anatomia Denominazione comune a molte formazioni anatomiche nastriformi, dette anche benderelle o strie: t. del colon, ciascuna delle 3 formazioni di tessuto muscolare che percorrono il colon in tutta la sua lunghezza; t. del talamo, la linea di inserzione della tela coroidea del terzo ventricolo sul margine dorsale del talamo. storia Nell’antichità classica, benda (lat. taenia) con cui si cingeva il capo del sacerdote, del supplice, del vincitore negli agoni, a indicare che colui che la portava era sotto la protezione della divinità. zoologia Nome di alcuni Platelminti Cestodi Ciclofillidei, particolarmente di quelli della famiglia Tenidi, parassiti dell’intestino dell’Uomo e di altri Vertebrati. Le t. dell’intestino umano sono chiamate comunemente vermi solitari.
Le t. della famiglia Tenidi sono comprese in 5 generi parassiti da adulti di Uccelli e Mammiferi di cui Taenia ed Echinococcus sono i più noti. Hanno strobilo di lunghezza media, talora molto lungo, scolice con 4 ventose sporgenti e con rostello ben sviluppato, armato di una doppia serie di uncini, raramente inerme; ventose inermi; proglottidi mature più lunghe che larghe, con orifizi genitali alterni irregolarmente; utero senza poro di deposizione, allungato, mediano e, se ripieno di uova, disteso in diverticoli laterali a fondo cieco. Le uova mature, provviste di un guscio sottile, privo di opercolo, si sviluppano già nell’utero e, emesse, contengono un’oncosfera, la caratteristica larva dei Cestodi, chiamata anche larva esacanta; l’embrione è circondato fin dai primi stadi del suo sviluppo da una spessa membrana (embrioforo). Nell’ospite intermedio che ha ingerito l’uovo, il guscio di questo viene disciolto dai succhi digestivi e la larva esacanta che ne sguscia, attraversando l’epitelio intestinale, migra per via sanguigna o linfatica e raggiunge la sua sede definitiva (muscoli, peritoneo, fegato ecc.). Ivi si trasforma nello stadio larvale incistato (forma cistica), o cisticerco, la cui membrana interna germinativa produce lo scolice o, come nella forma cistica del cenuro, numerosi scolici, o delle vescicole figlie dette proligere in quanto all’interno di ciascuna di esse si formano, come avviene nell’echinococco, vari scolici.
Taenia solium e Taenia saginata sono i più frequenti parassiti dell’uomo. La prima ha come ospite intermedio il maiale, di cui infesta i muscoli (in prevalenza del collo, gli pterigoidei e la lingua) e vari organi interni; la seconda i bovini, prediligendo il connettivo adiposo intermuscolare e spesso anche il cuore. Le due specie si localizzano nell’intestino tenue dell’uomo, Taenia solium prevalentemente nel tratto anteriore. Le due specie differiscono per la forma dello scolice, globoso e armato di un rostello e invaginabile nella prima, quadrangolare e inerme nella seconda; per la lunghezza dello strobilo, fino a 8 m in Taenia solium, 4-10 m in Taenia saginata. Allo stadio larvale due t. del cane possono essere ospitate dall’uomo: eccezionalmente Taenia multiceps (cenuro), più frequentemente Echinococcus granulosus (echinococco), che produce nell’uomo la malattia detta echinococcosi uniloculare.
L’infestazione da t. è detta teniasi. Per quanto possa anche decorrere senza sintomi, provoca frequentemente disturbi multiformi: dolori addominali variabili per sede e intensità, sensazione continua di fame, senso di peso epigastrico, nausea, cefalea, dimagramento. La diagnosi si basa essenzialmente sul reperto nelle feci di proglottidi di t., macroscopicamente visibili, o sul riscontro microscopico di uova del parassita. La cura consiste nella somministrazione di tenifughi. La profilassi richiede la sufficiente cottura o stagionatura dei cibi che possono provocare l’infestazione (specialmente carne suina e bovina).