Operazione condotta in opportune apparecchiature per vari scopi:
a) omogeneizzare la temperatura e la composizione di miscele liquide a più componenti;
b) migliorare la trasmissione del calore (per effetto dell’aumento della velocità dei fluidi in corrispondenza alle superfici di scambio termico), come accade, per es., nei reattori chimici dove l’uso dell’agitatore consente di aumentare il flusso termico fra la miscela reagente e il mezzo riscaldante (reazioni endotermiche) o refrigerante (reazioni esotermiche);
c) consentire, nei sistemi eterogenei, la massima dispersione della fase discontinua in seno a quella continua: vengono così favoriti l’emulsionamento di due o più liquidi immiscibili, la dispersione dei solidi (pigmenti, polveri ecc.) in liquidi, la dissoluzione di solidi in liquidi (l’elevata turbolenza promossa dagli agitatori consente di rinnovare il salto motore fra le superfici solide e i liquidi a contatto) e, in genere, tutte le operazioni caratterizzate da scambio di materia in seno a sistemi eterogenei (estrazione con solvente, adsorbimento ecc.).
Gli agitatori sono apparecchiature meccaniche dotate di organi rotativi o alternativi che vengono impiegate per rimescolare sistemi eterogenei. Fra quelli lenti, nei quali la velocità di rotazione non è mai superiore, nemmeno in quelli di piccolo diametro, a 80 giri al minuto, vi è l’ agitatore ad ancora, così detto per la caratteristica forma dell’organo ruotante, installato talvolta a stretto contatto con le pareti del serbatoio contenente la miscela fluida da agitare, così da poter asportare eventuali depositi solidi. Per liquidi di non elevata viscosità è più frequente l’impiego di agitatori veloci (caratterizzati da velocità periferiche anche di parecchi m al secondo), il cui tipo più semplice è costituito da un albero che porta alcune pale radiali; se l’agitatore deve conferire al liquido un moto anche assiale, oltre che radiale, l’organo ruotante è costituito da pale elicoidali o da eliche o da coclee. A elevati regimi di rotazione si può formare un vortice che rende instabile il funzionamento dell’agitatore, e che può essere evitato disponendo appositi diaframmi (frangiflutti). In qualche caso l’agitazione si ottiene mediante una corrente di aria o di gas inerte che si fa gorgogliare nella parte inferiore del serbatoio o a mezzo di una pompa centrifuga esterna che aspira il liquido contenuto sul fondo del serbatoio e lo ricicla nella parte. Nei laboratori chimici sono largamente usati anche gli agitatori magnetici, in cui il liquido contenuto in un recipiente viene agitato da un’astina di ferro adagiata sul fondo e messa in rotazione da un sottostante magnete rotante.
L’ a. termica è il continuo e incessante moto di cui sono animate le particelle che costituiscono la materia. In ogni corpo, tra molecola e molecola si esercita una forza attrattiva, o forza di coesione, che decresce molto rapidamente con la distanza. Nei solidi, i valori delle forze di coesione risultano, per la vicinanza delle molecole, tali da non consentire a ciascuna particella altro movimento che un’oscillazione intorno a una posizione media di equilibrio. Nei liquidi il legame è molto più debole e le particelle hanno maggiore libertà di movimento. Negli aeriformi le forze di coesione diventano in genere trascurabili: le molecole si rimescolano e si urtano incessantemente; per questo motivo, e specialmente in questo caso, si usa parlare di a. termica. Questa diminuisce al diminuire della temperatura e cessa completamente allo zero assoluto. La teoria cinetica della materia pone in relazione a. termica e calore.
Con il termine teatro d’a. si indica una forma drammatica sviluppatasi in Russia all’indomani della Rivoluzione di ottobre, che comprendeva giornali viventi, manifestazioni sportive, azioni drammatiche all’aperto, montaggi letterari, documentari sceneggiati in cui si alternavano balletto, canto, declamazione, saggi ginnici, brani d’operetta, cartelloni ecc.; da spettatore il pubblico diventava attore. E. Piscator introdusse il teatro d’a. anche in Germania.