Denominazione delle specie coltivate di Citrus, genere di piante legnose della famiglia Rutacee, e dei loro frutti che hanno sapore più o meno agro. Gli a. sono alberi o arbusti, sempreverdi, eccetto Citrus trifoliata. Le foglie, apparentemente semplici, sono in realtà costituite dalla fogliolina terminale di una foglia originariamente composta (in Citrus trifoliata sono trifogliolate); sono ovate, lanceolate o ellittiche, intere, crenulate o denticolate, coriacee, articolate sul picciolo, che può essere alato. Nelle piante da seme o selvatiche all’ascella delle foglie si ha una spina che appartiene al germoglio ascellare, nelle razze coltivate le spine mancano o sono ridottissime. I fiori, bianchi e profumati, sono solitari o in piccole infiorescenze corimbose, di norma pentameri, con calice breve, persistente nel frutto, corolla con petali liberi, carnosi, stami numerosi disposti apparentemente in un ciclo, poliadelfi; il pistillo sorge dal mezzo di un disco nettarifero cospicuo e ha ovario con 5 o più logge (che corrispondono ad altrettanti carpelli) con molti ovuli per ciascuna, disposti su placente centrali. Il frutto, del tipo bacca, è detto esperidio; è globoso od ovato, con epicarpo rugoso, mesocarpo spugnoso ed endocarpo membranaceo (pellicola degli spicchi). Le logge si staccano facilmente l’una dall’altra (spicchi) e sono piene di emergenze fusiformi formate da cellule a succo acido o più o meno dolce. I semi hanno guscio coriaceo. In quasi tutte le parti della pianta sono presenti ghiandole schizolisigeniche contenenti oli essenziali, diversi da specie a specie e anche da organo a organo di una stessa pianta. Numerosissime sono le anomalie, specialmente nei fiori e ancora più nei frutti, che possono essere solcati, bitorzoluti, digitati (ossia con i carpelli in parte liberi: cedro digitato, detto mano di Buddha; limone digitato, e altre specie). Comune è anche la superfetazione: formazione di 2-4 cicli sovrapposti di carpelli.
Per A. Engler esistono circa 60 specie del genere Citrus, escludendo da questo Citrus trifoliata, ascritto al genere Poncirus, e il genere Fortunella. Dato il grandissimo numero di varietà colturali, di cui molte sono ibridi, e la scarsa costanza di molti caratteri differenziali, anche nelle specie spontanee, il raggruppamento sistematico delle varie entità è molto diverso secondo gli autori. Le principali specie si distinguono nel tipo trifogliolato e nel tipo unifogliolato. Al primo appartiene Citrus trifoliata (o Poncirus trifoliatus, Aegle sepiaria), arbusto con robuste spine, frutti grandi come una noce o poco più, con esocarpo finemente peloso, non eduli; foglie trifogliate, caduche, stami tutti liberi. Resiste al freddo e si usa per fare siepi o come portainnesto per le altre specie di Citrus. Originario della Cina settentrionale. Al secondo tipo appartengono tutte le altre specie (l’arancio; il bergamotto; il cedro; il chinotto; la limetta; il limone; il mandarino; il pompelmo). Citrus hystrix è un arbusto ramosissimo e spinosissimo con foglie a picciolo largamente alato, fiori piccoli, tetrameri, frutto piccolo, globoso o piriforme, rugoso-tubercolato, con polpa acida o insipida. È spontaneo nell’Arcipelago indomalese, nella Nuova Guinea, e nelle Filippine. Recentemente 6 specie sono state comprese nel nuovo genere Fortunella, distinto per le logge dell’ovario con 2 soli ovuli.
Tutti i Citrus sono originari dell’India ed Estremo Oriente, dove sono coltivati da tempi remoti e da cui pervennero in Europa in epoche diverse. L’antichità classica conobbe per primo il cedro; il limone e l’arancio amaro furono introdotti nel Mediterraneo dagli Arabi nel 10° sec.; l’arancio dolce fu importato dai Portoghesi nel 16° sec.; per ultimo è stato introdotto il mandarino all’inizio del 19° secolo. Negli anni 1990 si è avuto un sensibile aumento della produzione mondiale (circa 71,9 milioni di t nel 1990; 105,44 nel 2005).
Nel commercio mondiale sempre maggiori spazi sono occupati dai paesi del Terzo Mondo, per molti dei quali le quantità esportate rappresentano percentuali elevate delle rispettive produzioni. Principali paesi produttori sono il Brasile, gli USA, la Cina, il Messico e la Spagna. Circa la metà delle importazioni complessive viene effettuata da paesi dell’Unione Europea, i quali presentano pure i maggiori incrementi nel consumo di agrumi. In Italia la produzione di a. ha superato nel 2005 i 3,4 milioni di tonnellate. Ai vertici della produzione nazionale si è confermata la Sicilia (quasi il 60% del totale), seguita a grande distanza da Puglia e Campania (tab.).
Gli a. forniscono frutti di alto valore alimentare, ricchi di vitamine (soprattutto C e rutina), i quali si consumano freschi e sono, in sempre più larga misura, utilizzati per la fabbricazione di succhi, marmellate, canditi, bevande, liquori e per l'estrazione di derivati.