Vasta regione poco popolata dell’America Meridionale, in cui è compresa tutta la parte settentrionale del Brasile. Corrisponde al bassopiano amazzonico, limitato dal massiccio della Guiana a N, dall’Oceano Atlantico a E, dalla cordigliera delle Ande a O e dall’Altopiano del Brasile a S. È caratterizzata da temperature elevate, con minime escursioni stagionali, da abbondanti piogge, soprattutto sotto forma di acquazzoni e da elevati valori dell’umidità.
Dalla seconda metà dell’Ottocento, lo sfruttamento intensivo dell’A. per l’albero della gomma (Hevea brasiliensis) ha determinato ingenti flussi migratori dal Brasile nord-orientale, con la creazione di nuovi insediamenti di raccoglitori (seringueiros). Il governo brasiliano, a partire dagli anni 1970, dopo decenni di marginalità della regione, causata dall’improvvisa caduta della domanda di gomma (seguita allo sviluppo delle piantagioni del Sud-Est asiatico), ha incentivato la ripresa della colonizzazione. Gli interventi di sviluppo (nuove piantagioni, sfruttamento di risorse minerarie, costruzione di dighe) stanno causando gravi danni ambientali dovuti alla deforestazione (erosione, rottura dell’equilibrio del suolo equatoriale ecc.).
Per favorire la penetrazione umana nell'area è stato costruito a partire dagli anni Settanta un sistema di strade asfaltate e sterrate il cui segmento principale è costituito dal tratto che collega Recife, sulla costa atlantica, a Cruzeiro do Sul (5100 km), passando per Marabá, Itaituba, Humaitá e Rio Branco; altre strade di accesso che da essa si diramano perpendicolarmente consentono di raggiungere le aree più interne della foresta, come il tratto Cuiabá-Santarem, che percorre la direttrice nord-sud. L’accelerazione del ritmo di penetrazione nella foresta, il disboscamento intensivo e gli incendi deliberatamente appiccati da operatori del settore zootecnico per incrementare le aree sottoposte a sfruttamento hanno determinato una gravissima compromissione dei fragili ecosistemi pluviali e un'ulteriore esposizione delle comunità native alle dinamiche acculturative della società nazionale.
La foresta amazzonica copre un territorio di 6 milioni di km2 comprendente il bacino del Rio delle Amazzoni, parte di quello dell’Orinoco, le Guiane e parte del Brasile. Si tratta di un habitat tropicale ecologicamente piuttosto uniforme. I gruppi che la abitano, pur differenziandosi marcatamente dal punto di vista linguistico (le lingue tuttora in uso sono più di 400, senza considerare i dialetti), presentano una relativa omogeneità culturale. L’economia è caratterizzata dall’orticoltura per dissodamento (in particolare della manioca), dalla raccolta e dalla pesca, attuata con lo sbarramento e l’avvelenamento delle acque dei fiumi. Per la caccia i popoli dell’A. utilizzano l’arco, ma soprattutto la cerbottana, con cui lanciano frecce intinte nel curaro. L’organizzazione sociale è fondata sulla famiglia estesa, e le abitazioni sono plurifamiliari. Caratteristiche dell’area sono le pitture corporali. In ambito religioso lo specialista rituale è lo sciamano, figura di mediazione tra gli uomini e le potenze soprannaturali, guaritore e custode del patrimonio mitologico e del sapere esoterico.
I popoli dell’A. hanno subito nel corso della loro storia le conseguenze dell’espansione coloniale europea. A causa del diffondersi di malattie infettive prima sconosciute portate dagli Europei, si calcola che a un secolo dalla Conquista dei 5 milioni di indigeni presenti in A. ne fossero sopravvissuti meno di un terzo. Dalla fine del 19° sec. sono stati gli interessi economici a provocare i danni più gravi alle culture dell’Amazzonia. Per potere sfruttare i territori della foresta (agricoltura intensiva con conseguente deforestazione, industria mineraria), gli indigeni sono stati uccisi, costretti a ritirarsi in zone più interne, spinti nelle riserve e, in epoca più recente, asserviti all'economia nazionale come fornitori di manodopera a basso costo. Al 2022 la popolazione indigena è stimata intorno al milione di individui, suddivisi in circa 400 tribù.