Amudar’ja Fiume dell’Asia centrale (2620 km; bacino di 465.000 km2), noto agli antichi sotto il nome di Oxus e ai popoli di lingua araba sotto il nome di Gaiḥūn. Nasce dai ghiacciai (superiori a 6000 m) sparsi sulle catene montuose che sormontano l’altopiano del Pamir, e nel corso superiore, per 1100 km, segue il confine fra Tagikistan, Uzbekistan e Afghanistan. Lo formano diversi rami (scoperti tra il 1885 e il 1895), i quali scorrono in valli abbastanza ampie. Con il nome di Pjandž, scorre prima in direzione O, poi volge a N, tagliando trasversalmente l’estremità occidentale delle catene montuose del Pamir; più avanti, con un ampio arco, ritorna in direzione SO e finalmente, dopo aver ricevuto a destra il Vahš e a sinistra il Qonduz, prende il nome di Amudar’ja. Nella regione stepposa della depressione turanica, cioè a poco più di 1/3 del suo corso, non riceve più nessun apporto di acque, per cui, dopo aver attraversato il deserto, giunge al lago d’Aral, ove termina, solo in virtù degli afflussi della regione montana. Verso lo sbocco, ha un corso incerto e si divide in molti rami, con letto notevolmente largo, ma poco profondo. Il delta, lungo 150 km, include una depressione cosparsa di paludi e coperta di canneti e di giunchi. Il regime è abbastanza regolare.
L’A. è una via navigabile abbastanza percorsa fino a Termez. Buona parte delle acque del fiume è stata deviata nel grande canale del Karakum, da molto tempo in funzione, e in altri canali minori costruiti successivamente, di cui notevoli quelli che riforniscono le aree di Buchara e del Fergana; disperse su ampie superfici agricole, le acque sono esposte all’intensa evaporazione dovuta ai forti calori estivi e alla lunga stagione siccitosa propria di un clima marcatamente continentale, con le conseguenze di una considerevole diminuzione della portata del fiume, della catastrofica riduzione della superficie e del volume dell’Aral e dell’origine di una conflittualità per gli usi idrici tra alcune delle Repubbliche neoindipendenti. Di fatto, oggi l’A. è l’unico immissario del Grande Aral, il maggiore dei due laghi relitti formatisi a seguito del frazionamento del vasto bacino originario.