Impronta, in rilievo, lasciata da un marchio metallico o sigillo che reca sopra una superficie piana un disegno inciso. Tra le iscrizioni antiche, greche e latine, quelli apposti a determinati oggetti di terracotta rappresentano una classe numerosa. Notevoli i b. delle anfore, soprattutto rodie, utili per la cronologia rodia oltre che per la storia del commercio. Importanti i b. impressi sui mattoni, soprattutto a Roma poiché, recando talora (oltre il nome del fabbricante) la data di fabbricazione, costituiscono un elemento per la datazione degli edifici. La documentazione è particolarmente ricca per il periodo adrianeo-traianeo, in corrispondenza con un grande sviluppo dell’industria dei laterizi.
Marchio apposto, in corrispettivo del versamento di una somma, dallo Stato o in suo nome su un documento per attestarne un determinato requisito di validità, pubblicità, valore o altro o solamente per indicare che un determinato tributo è stato pagato.
Imposta di b. Di origini remote e già adottata negli Stati preunitari; è regolata dal d.p.r. 642/1972 e ha goduto di fortuna e diffusione grazie alla semplicità del metodo impositivo e al modesto valore degli importi, che ne rende scarsamente conveniente l’evasione. Il presupposto dell’imposta di b., dovuta in misura fissa o proporzionale, consiste nella produzione di atti scritti, suddivisi in tre categorie: a) atti soggetti fin dall’origine all’imposta; b) atti soggetti solo in caso d’uso; c) atti esenti. È tenuto solidalmente al pagamento del b. chi partecipa o ha interesse all’atto e chi, in qualsiasi momento, lo accetta o ne fa uso. Il b. è corrisposto in modo ordinario (utilizzazione di carta bollata), straordinario (visto per b. o b. a punzone; dal 1° giugno 2005 non si possono più acquistare marche) e virtuale (versamento diretto presso banche, poste e concessionari del servizio di riscossione).
La fortuna dell’imposta di b. è decisamente in declino, tanto che la legge delega di riforma del sistema fiscale italiano (l. 80/2003) aveva previsto la soppressione del tributo, che avrebbe dovuto confluire nell’imposta sui servizi. Tuttavia, il termine di attuazione della legge delega è scaduto, senza che fosse varato alcun decreto legislativo in materia.