Trattamento cui vengono sottoposte materie e prodotti vegetali (come il tabacco, le olive, l’olio, il vino) per renderli adatti all’uso o perché si conservino.
In particolare, fase della lavorazione del marsala, nella quale al vino si aggiungono alcol, sifone e cotto, per portarlo al giusto contenuto di zuccheri, di estratti e di sostanze aromatiche.
Operazione mediante la quale si trasforma la pelle degli animali in cuoio, rendendo impermeabili e imputrescibili le fibre di cui è formato il derma (o corio) della pelle medesima. Si possono distinguere tre momenti successivi di trattamento: preparazione della pelle, trasformazione della pelle in cuoio (c. propriamente detta) e quindi trattamento del cuoio.
La lavorazione preliminare comprende il rinverdimento, la depilazione, la scarnatura, la spaccatura, la decalcinatura, la macerazione. Il rinverdimento ha lo scopo di restituire alle pelli conservate l’umidità necessaria perché riprendano l’elasticità e la morbidezza richieste dai successivi trattamenti, nonché di eliminarne le impurezze, il sale e le altre sostanze conservanti. La depilazione viene eseguita in genere mediante un trattamento chimico consistente nell’operazione di calcinatura (o messa in calce) che, oltre a facilitare l’allontamento dalle pelli dei peli, del tessuto epidermico e della maggior parte dei pigmenti, consente parimenti la saponificazione dei grassi naturali e il gonfiamento delle fibre così da renderle più permeabili alle sostanze concianti. Alla depilazione segue la scarnatura che ha lo scopo di asportare lo strato di tessuto adiposo dalla parte interna delle pelli. Eventualmente si eseguono anche la spaccatura, cioè il taglio della pelle nel senso dello spessore, e la sgrassatura. Segue la decalcinatura (o scalcinatura) chimica o purga, che rimuove la calce legata al collagene mediante attacco con acidi, minerali od organici, diluiti. Infine, la macerazione che ha lo scopo di eliminare le impurità (detriti, grassi, pigmenti) ancora presenti nelle pelli. Le pelli così preparate (trippe) sono atte a subire la concia.
La trasformazione delle trippe in cuoio richiede che le sostanze concianti penetrino dentro la pelle e poi si fissino stabilmente alle fibre dermiche. I principali procedimenti di c. sono: la c. vegetale, la c. minerale, la c. grassa, la c. speciale e la c. mista. La c. vegetale (o c. al tannino) utilizza l’azione di sostanze tanniche e viene usata per cuoio da suola, per sellerie e cinghie, pelli per calzature robuste, pelli da fodera e da legatoria. La c. minerale utilizza l’azione di alcuni sali minerali, principalmente di cromo (c. al cromo), di alluminio (c. all’allume), di zirconio. La c. al cromo è tra i vari sistemi di c. quella che ha subito i più rapidi sviluppi e nel volgere di pochi anni è divenuta il più importante mezzo di trasformazione della pelle in cuoio. La c. grassa o all’olio (detta anche scamosceria) dà pelli morbide e vellutate da ambo le facce: le pelli sono trattate con miscugli di oli di pesce e poi lasciate all’aria a ossidarsi. La c. speciale utilizza sostanze organiche (per es., formaldeide) capaci di combinarsi con le fibre dermiche. La c. mista consiste nell’associazione di due differenti procedimenti, ottenendo caratteristiche intermedie fra i due tipi di conciato.
Le pelli, dopo la c. vera e propria, vengono sottoposte alla tintura, all’ingrasso e alla rifinitura. Per la tintura si dispone di un numero molto grande di coloranti organici di sintesi che consentono di ottenere pelli tinte dotate di eccezionale solidità al lavaggio con acqua e con solventi organici. L’ingrasso consiste nel mettere a contatto le fibre dermiche con sostanze grasse che conferiscono alle pelli la morbidezza richiesta per le applicazioni. La rifinitura comprende l’essiccazione, per liberare le pelli dall’acqua residua, la palissonatura, per restituire al cuoio essiccato la necessaria morbidezza, l’indurimento, per accrescere la rigidità, la lucidatura. A seconda degli usi le pelli sono poi sbiancate, stampate, verniciate, impermeabilizzate.