nome abbreviato della dihydroxy;phenylalanina (diidrossifenilalanina), [1].
È un amminoacido presente nelle leguminose e nel lattice di Euphorbia lathyris. Si trova in quantità trascurabili nei tessuti animali, dove rappresenta un importante prodotto intermedio nella biosintesi delle catecolammine, in particolare della dopammina, e delle melanine, pigmenti presenti nella cute e in altri tessuti. Il suo isomero levogiro ( L-dopa) si genera in molti tessuti dalla tirosina per azione dell’enzima tirosinasi (fenolossidasi). Nel sistema nervoso simpatico e nella midollare del surrene, la L-dopa si forma per azione dell’enzima tirosina idrossilasi, non correlato alla tirosinasi, e viene trasformata in dopammina (e quindi in noradrenalina) a opera dell’enzima decarbossilante aspecifico L-amminoacido aromatico-decarbossilasi, impropriamente noto come L-dopa-decarbossilasi. La L-dopa, di per sé farmacologicamente inattiva, se somministrata in animali da esperimento, dopo alcune decine di minuti produce una intensa stimolazione dell’attività motoria e del sistema nervoso simpatico periferico. Tali effetti sono imputabili alla sua trasformazione in dopammina a livello del sistema nervoso centrale e simpatico periferico.
La dopammina è un’ammina aromatica di formula
Polvere grigiastra, insolubile in acqua; dei suoi sali solubili si usa soprattutto il cloridrato. Appartiene, insieme all’adrenalina e alla noradrenalina, al gruppo delle catecolammine naturali. Nei mammiferi è presente nelle cellule della midollare surrenale, nel glomo carotideo e in neuroni specifici a vasta distribuzione nell’organismo. Di particolare interesse è la considerevole quantità di dopammina presente nel sistema nervoso centrale dei mammiferi: nel ratto, costituisce fino al 60% delle catecolammine totali. È stata ritrovata anche nell’encefalo di anfibi, in uccelli, pesci e insetti. Oltre a essere un precursore della sintesi della noradrenalina e dell’adrenalina, le è stato riconosciuto il ruolo di mediatore chimico a livello del sistema nervoso centrale. Agisce a livello di specifici recettori D, distinti in D1 e D2; analoghi recettori sono presenti a livello arterioso, renale, cerebrale (DA1) e su tutte le terminazioni nervose sinaptiche (DA2). La mediazione della dopammina, a livello del sistema nervoso centrale, si traduce funzionalmente nel controllo del tono muscolare e della coordinazione motoria, in quello della secrezione ipofisaria di prolattina e di gonadotropine e nella modulazione dello stato psichico. La stimolazione dei recettori DA1 e DA2 determina vasodilatazione e ipotensione mediante, rispettivamente, aumento del flusso sanguigno e inibizione della liberazione di noradrenalina. I farmaci dopamminergici, per il loro effetto vasodilatatore e la modica azione ipotensiva, sono impiegati nel trattamento dell’insufficienza cardiaca acuta e per migliorare la circolazione renale; la L-dopa viene impiegata nella terapia del morbo di Parkinson.