Il più alto vulcano attivo d’Europa, detto anche Mongibello, che sorge a metà della costa orientale della Sicilia. La regione etnea, delimitata dal corso dell’Alcantara e da quello del Simeto, ha un perimetro di 212 km e una superficie di 1570 km2. L’edificio etneo presenta un diametro basale di circa 40 km con altezza superiore ai 3300 m. Il profilo del vulcano si presenta sostanzialmente concavo, con pendenze che aumentano bruscamente di 20° al di sopra dei 1800 m. La parte sommitale, costituita dal cratere centrale (con tre bocche: la Voragine, la Bocca del 1964 e la Bocca Nuova) e dai crateri di NE e SE, è stata in passato soggetta a imponenti collassi, con formazione di caldere riempite successivamente di lava. Sul versante orientale del vulcano sono presenti l’ampia Valle del Bove, la Valle del Leone e la Val Calanna. Nel 2013, l'E. è stato annoverato dall’UNESCO nel patrimonio mondiale dell’umanità.
La geologia dell’area etnea è molto complessa e viene inquadrata nell’ambito della collisione tra la zolla continentale africana e quella europea; sono stati riconosciuti tre principali elementi strutturali: l’Avampaese Ibleo, a S; l’Avanfossa Gela-Catania, allungata in direzione NE-SO; la Catena Settentrionale, che, composta da più coltri di ricoprimento, si è costituita attraverso una serie di fasi deformative succedutesi dall’Eocene al Quaternario. L’attività dell’E. iniziò circa 500.000 anni fa in una zona completamente ricoperta dal mare e i primi prodotti furono costituiti da lave sottomarine di composizione basaltica. L’accumularsi di queste lave e i rapidi sollevamenti dell’area portarono tutta la zona in emersione e l’attività del vulcano divenne di tipo subaereo (fig. 1). Attualmente l’attività dell’E. viene ricondotta a due tipi: a) una persistente, presente nella zona sommitale del vulcano e caratterizzata da effusioni e/o esplosioni; b) una legata alle eruzioni laterali, che sono presenti sia in prossimità della zona sommitale, con una prevalente attività esplosiva, sia a bassa quota, con effusioni di lava e costituzione di coni di scorie e ceneri sopra le bocche principali. Le eruzioni laterali sono prevalentemente legate a sistemi di fratture che hanno una disposizione radiale rispetto al vulcano. I magmi dell’E. hanno composizione basaltica e si originano nel mantello terrestre. Gli studi basati sulle variazioni della velocità delle onde sismiche hanno rivelato che al di sotto dell’E., a una profondità di circa 20 km, è presente una zona anomala, interpretata come un grosso serbatoio magmatico di forma ellissoidica, allungato in direzione NNE-SSO per circa 30 km e spesso circa 4 km (fig. 2). I magmi provenienti dal mantello ristagnerebbero in questo serbatoio prima di essere portati in superficie; lo stesso serbatoio è inoltre collegato a una camera magmatica più superficiale, presente a circa 2 km di profondità, alla quale sono congiunti i crateri della parte sommitale del vulcano.
Dal 693 a.C. sino al 1500, a quel che sappiamo, l’E. ebbe 16 eruzioni; oltre 40 dal 1500 al 1800, una ventina nel 19° sec. e una trentina nel 20°. La più disastrosa eruzione storica fu quella del 1669, che diede origine ai Monti Rossi, presso Nicolosi, e investì Catania. Gravi danni arrecò pure l’eruzione del 1928, che seppellì del tutto Mascali. Nel 1950-51 si ebbe un’eruzione eccezionalmente lunga (372 giorni). Nel 1971, l’apertura di due distinti sistemi di bocche eruttive sul versante meridionale e su quello orientale dette luogo alla formazione dei Monti Ponte. Nel 1983, un’effusione lavica investì la zona del rifugio Sapienza e provocò ingenti danni. Altre eruzioni significative si sono avute nel 1985, 1986, 1987, 1992, 2002.
Per lo studio del vulcano esiste a 2946 m s.l.m. l’ Osservatorio etneo, dell’Istituto di vulcanologia dell’università di Catania e a 1881 m s.l.m. sorge la Stazione etnea, o cantoniera, adibita allo stesso scopo. Nel 1966, nella località Serra la Nave, a 1715 m s.l.m., venne inaugurata la Sede stellare dell’Osservatorio astrofisico di Catania, dotata di un grande riflettore di 91 cm.
Il clima varia da quello temperato caldo della base a quello microtermico della parte superiore del monte. Di conseguenza, la vegetazione presenta una tipica stratificazione altimetrica, che vede la successione dal basso verso l’alto delle essenze mediterranee, del bosco di castagni e querce, di quello di faggi, betulle e pini e infine dei pascoli montani. L’insediamento umano è intenso nelle zone più basse e sui versanti S ed E. I centri raggiungono quasi i 1000 m s.l.m. (Maletto e Ragalna), oltre non esistono che abitazioni temporanee. Grazie alla fertilità dei terreni vulcanici, fiorenti sono le colture degli agrumi, dell’olivo e della vite, che dà vini rinomati. Notevole è l’interesse turistico dell’Etna. Nel 1987 è stato istituito, dalla Regione Sicilia, il Parco naturale dell’Etna.