Pittore (Parigi 1859 - ivi 1891). Artista profondamente interessato allo studio dei problemi teorici legati alla ricerca visiva e formale, S. sviluppò la tecnica detta poi pointillisme (puntinismo). Tra il 1884 e il 1886 realizzòUna domenica alla Grande Jatte, opera che viene considerata il manifesto del neoimpressionismo.
Allo studio del tutto convenzionale presso la scuola municipale di disegno con un modesto scultore, J. Lequin, S. affiancò presto (1876) letture su problemi teorici ben precisi, che saranno la caratteristica costante di tutta la sua ricerca formale. La Grammaire des arts du dessin di Ch. Blanc (1867) lo iniziò alla teoria della mescolanza ottica (tocchi separati di pigmenti puri tendono a formare nell'occhio dello spettatore colori più puri e vibranti di quando questi stessi pigmenti vengono mescolati sulla tavolozza) e lo portò a uno studio più accurato dell'opera e della teoria di Delacroix, dalle quali trasse il motivo della qualità "morale" del colore. Con l'amico E. Aman-Jean frequentò assiduamente il Louvre, particolarmente colpito dall'arte di Ingres, dalla quale fu ancor più influenzato quando, ammesso all'École des beaux-arts nel 1878, seguì le lezioni di H. Lehmann, allievo, seppur mediocre, di Ingres. La lettura de La loi du contraste simultané des couleurs di M.-E. Chevreul e la rivelazione della pittura impressionista all'Esposizione del 1879, accentuando la sua crisi nei confronti dell'insegnamento accademico, lo spinsero ad abbandonare l'École e a prendere uno studio con Aman-Jean e E. Laurent. Anche l'anno di servizio militare a Brest (1879-80) fu di estrema importanza, da una parte per la possibilità di riflettere sui problemi del colore, dall'altra per la scoperta del silenzio e della bellezza del mare. Profondamente toccato dal saggio Les phénomènes de la vision di D. Sutter, pubblicato su L'Art (1880), sempre più convinto della necessità di una strutturazione scientifica dell'arte, S. approfondì il problema leggendo Maxwell, Helmholtz, Dove, Rood e l'Essai sur les signes inconditionels dans l'art di H. de Superville. La sua attenzione fu però anche attratta dalla pittura di Puvis de Chavannes. A complemento e verifica degli studi teorici S. si esercitò su minuscole tavole (croquetons), applicando contrasti di colore soprattutto in paesaggi rurali, casolari, uomini al lavoro, in cui la tematica si avvicina significativamente a quella della scuola di Barbizon. Un gran numero di schizzi e studi precedette la realizzazione della grande tela Bagnanti a Asnières (1883-84; Londra, National Gallery), che, rifiutata al Salon del 1884, fu esposta nello stesso anno al Salon des artistes indépendants. Un gruppo di artisti (P. Signac e C. Pissarro, tra i primi) si avvicinò a S. che, mettendo sempre più a punto la tecnica detta poi pointillisme, tra il 1884 e il 1886 elaborò Una domenica alla Grande Jatte (Chicago, Art Institute). Questo dipinto, preceduto come di consueto da molti studi dei particolari, con i suoi numerosi personaggi distribuiti ritmicamente in uno spazio pittorico in cui ogni linea e tono assume un pregnante significato, esposto alla mostra degli impressionisti del 1886, suscitò scandalo e critiche negative, ma fu accolto con entusiasmo da artisti di tendenza simbolista. Al Salon des indépendants del 1888 S. presentò due tele: Le modelle (1886-88; Merion, Barnes Foundation) e La parata del circo (1887-88; New York, Metropolitan Museum); nella prima è affrontato il classico tema del nudo in un interno, nella seconda la scena en plein air, il notturno rischiarato dall'illuminazione a gas, tutto svolto sulla gamma cromatica dal blu al viola, impostando la composizione secondo le regole della sezione aurea. Nello Chahut (1890; Otterlo, Rijksmuseum Kröller-Müller) la sua teoria sul valore della direzione della linea e dei colori esprime con efficacia la gaiezza. Anche nella sua ultima opera, rimasta incompiuta, Il circo (1890-91; Parigi, Musée d'Orsay), l'atmosfera festosa è resa con linee ascendenti, toni caldi, colori luminosi, mentre mediante la sezione aurea S. ottiene un sistema di linee (visibili con gli infrarossi) che gli permette di calcolare con precisione il luogo e la disposizione dei numerosissimi personaggi che affollano la scena.