Astronomo greco (sec. 2º a. C.). Forse il più grande astronomo dell'antichità, si può considerare il fondatore dell'astrometria. Compilò il più accurato catalogo stellare dell'antichità, pervenutoci grazie a Tolomeo, in cui riportò le coordinate celesti di oltre 1000 stelle, ordinate in sei classi di magnitudine apparente, la prima delle quali per le stelle più brillanti e la sesta per quelle appena visibili a occhio nudo. Nel confrontare sue coordinate stellari con quelle date circa 150 anni prima dagli astronomi Aristillo e Timocari scoprì il fenomeno della precessione degli equinozi. Come "sistema di I." si intende il modello del sistema solare adottato da I. come sistema di riferimento per le coordinate celesti del suo catalogo: si tratta di un sistema geocentrico che determinò l'accantonamento di precedenti tentativi di formare sistemi eliocentrici e il cui concetto base fu ripreso e sistemato più tardi da Tolomeo. Precursore nel campo della geodesia e della geografia, I. può inoltre ritenersi il primo ideatore della trigonometria.
Nacque a Nicea in Bitinia, visse qualche tempo ad Alessandria, ma svolse la sua maggiore attività a Rodi. Effettuò per più di trent'anni numerose osservazioni celesti. Delle sue opere rimangono soltanto due critiche di poca importanza sul poema didascalico I fenomeni di Arato e su un'altra operetta analoga di Eudosso; il suo lavoro scientifico è quasi interamente conosciuto attraverso gli scritti e la testimonianza di Tolomeo, vissuto oltre tre secoli dopo. Ipparco è stato forse il più grande astronomo dell'antichità, e si può considerare il fondatore dell'astronomia di osservazione. Perfezionò i mezzi tecnici, inventando tra l'altro la diottra, descritta più tardi da Erone; con grande cura osservò e compilò un catalogo di oltre mille stelle (ricostruito da F. Boll, 1901), dando di ciascuna le coordinate celesti e ripartendole in sei classi di grandezze apparenti. Confrontando queste posizioni con quelle ottenute da Timocari e Aristillo 150 anni prima, scoprì il fenomeno della precessione degli equinozî. Studiò i movimenti apparenti del Sole e della Luna, determinando la durata delle stagioni, l'apogeo e l'eccentricità dell'orbita solare e la durata del mese lunare siderale, sinodico e draconitico; in base a tali cognizioni fu in grado di fare previsioni esatte delle eclissi di Sole e di Luna. Si occupò pure della misurazione della distanza e della grandezza della Luna, determinandole con l'approssimazione, notevole per l'epoca, di 1/10. Ebbe anche parte decisiva nell'evoluzione delle teorie astronomiche, poiché fu in gran parte per la sua influenza che gli astronomi abbandonarono i vari schemi eliocentrici come quello di Aristarco, o semieliocentrici, per tornare al concetto della Terra come centro dell'universo: a lui si deve lo schema geometrico degli eccentrici e dei deferenti per rappresentare le apparenze della volta celeste, che, ampliato e perfezionato poi da altri, costituì la base del cosiddetto sistema tolemaico. Nel campo della geodesia e della geografia è da considerare come un precursore, avendo ideato per primo una sorta di rete geodetica fondamentale, in cui le longitudini dei vertici dovevano determinarsi con l'osservazione delle eclissi. Nella cartografia, poi, gli si deve il metodo della proiezione stereografica. I., per i suoi studi sulle corde del cerchio, può infine considerarsi il primo ideatore della trigonometria, quantunque egli non abbia introdotto esplicitamente le funzioni trigonometriche.