Nell’iconografia cristiana, con la locuzione in m. si indica la figura sacra, vista frontalmente, seduta in trono, recante gli attributi della sua potenza, secondo un motivo costituitosi per Cristo fin dal 4° sec. M. della Vergine (o semplicemente m.) L’immagine rappresentante la Vergine in trono con il Bambino, circondata da una corte di angeli e santi; diffuse particolarmente in Toscana nei sec. 13° e 14°, dipinte su tavola (M. di Duccio, 1308-11, Siena, Museo dell’opera del duomo; di A. Lorenzetti, 1330 ca., Massa Marittima, Palazzo Pubblico ecc.) o ad affresco (M. di S. Martini, 1315, Siena, Palazzo Pubblico), ma anche su stendardi. Le m. sono legate spesso al patronato della Vergine sulla città ed eseguite in connessione con eventi particolari (battaglie, pestilenze ecc.).
Titolo spettante al capo di uno Stato a regime monarchico. Il suo uso è relativamente tardo. Nel Medioevo, ai re e agli imperatori ci si rivolgeva con l’appellativo di excellentia, cui si affiancarono poi charitas vestra, sublimitas vestra, serenitas vestra, celsitudo. Maiestas, talvolta usato nel senso classico di grandezza, appare come titolo vero e proprio, solo per l’imperatore, nel 14° sec., tranne che nel Regno di Sicilia dove era rivolto al re dal 13° secolo. L’uso ufficiale ha inizio con la seconda metà del 15° sec., estendendosi dall’imperatore ad alcuni re; solo con il Trattato di Vestfalia (1648) divenne titolo comune a tutti i re; ma dalla cancelleria imperiale tedesca continuò a essere riservato esclusivamente all’imperatore.