Statista (Schönhausen 1815 - Friedrichsruh 1898). Di antica famiglia nobile del Brandeburgo, fece i suoi studî a Gottinga. Fin dal 1847, segnalandosi alla "dieta unita" di Berlino per la vigorosa politica antiliberale, si distinse come capo della destra junkerista, il cui programma di rivendicazione dei privilegi nobiliari e delle corporazioni egli sostenne impetuosamentc nella Camera di revisione del 1849. Ma più ancora, B. mirava alla liquidazione della tesi federalista voluta dalla costituzione di Francoforte: e dai liberali allontanò Federico Guglielmo, inducendolo a rifiutare la corona imperiale offertagli (1849) dal parlamento; a quello stesso fine B., plenipotenziario presso la Dieta federale (1851), iniziò la politica di ostilità verso l'Austria, accostandosi nel congresso di Parigi (1856) a Napoleone III. Ambasciatore a Pietroburgo (1859), riuscì a neutralizzare il tentativo austriaco di trascinare la Russia nella guerra contro il regno di Sardegna e l'impero francese. Presidente del consiglio dei ministri nel 1862, di fronte all'opposizione della Camera alla legge sulle spese militari, B. - con un gesto incostituzionale - accoglieva e applicava la legge, già approvata dalla Camera dei signori, nonostante l'opposizione del parlamento. Iniziava allora la sua azione intesa a porre la Prussia alla testa del moto per l'unità tedesca. Appoggiata la Russia nel corso dell'insurrezione polacca (1863), attuava con la vittoriosa guerra austro-prussiana contro la Danimarca una soluzione di forza della questione dello Schleswig-Holstein. Poneva quindi le premesse della guerra del 1866 contro l'Austria (incontro di Biarritz del 30 sett. 1865 con Napoleone III, che garantì la propria neutralità), dichiarata di fatto con l'alleanza italo-prussiana dell'8 aprile di quell'anno. La vittoriosa battaglia di Sadowa (3 luglio 1866), seguita nel mese successivo dalla pace di Praga, assicurò alla Prussia il predominio in Germania e segnò la fine della Confederazione tedesca con la eliminazione dell'impero asburgico da una sfera d'azione politica tradizionale e plurisecolare. La Prussia si sostituì all'Austria quale potenza egemone nella nuova Confederazione della Germania del Nord, di cui B. divenne (1867) il Cancelliere federale con l'incarico di condurre e dirigere le relazioni estere di questo nuovo organismo politico. Con tutto ciò B. era riuscito a conquistarsi l'adesione di buona parte dell'opposizione liberale, e si era favorita la costituzione, entro la Camera prussiana, del partito liberale-nazionale sostenitore deciso della politica di B., ora più spiegatamente prussiana. B. riuscì a rendere inevitabile (dispaccio di Ems, 13 luglio 1870) la guerra contro la Francia (guerra che realizzò l'unità spirituale e politica della Germania sotto la guida della Prussia) e, vinta la diffidenza degli stati meridionali, ottenne il conferimento a Guglielmo I della corona del nuovo impero germanico proclamato a Versailles nel gennaio 1871. Nel giugno 1871 il sovrano creava B. principe. Giunto così all'apice della sua potenza, forte di un prestigio incontrastato, B., preoccupato di rafforzare l'autorità del Reich, fece tuttavia con il Kulturkampf (1872-76) un gesto politicamente infecondo, che si risolse in un rafforzamento degli elementi cattolici. Dopo la violenta repressione antisocialista seguita al fallito attentato a Guglielmo I (1878), e l'introduzione di misure protezionistiche, si arrivò a una riconciliazione tra il B. e il partito cattolico del Centro. Nello stesso tempo, egli oppose ai socialisti, accanto alle leggi eccezionali, il tentativo di risolvere sul piano dei meri miglioramenti economici le istanze di riforma. In politica estera B. si prefisse come scopo fondamentale il mantenimento dello statu quo e l'opposizione ai conati di rivincita della Francia. Cercò pertanto di richiamare a nuova vita l'alleanza tra le corti monarchiche del Nord (Austria, Prussia, Russia), e si oppose nettamente a ogni restaurazione borbonica in Francia. La Alleanza dei tre imperatori (1872-73) entrò tuttavia in crisi, dopo un primo allentamento nel 1875, con la guerra russo-turca e il congresso di Berlino (1877-78): perciò B. ricorse nel 1879 all'alleanza, diretta e precisa, con l'Austria-Ungheria, che doveva rimanere il caposaldo della politica germanica fino alla prima guerra mondiale. Tuttavia B., ben lungi dal voler secondare tutte le aspirazioni austriache nei Balcani e dal desiderare l'urto fra Austria e Russia, cercò costantemente di mantenere l'accordo anche fra Vienna e Pietroburgo: giunse (giugno 1881) a stipulare un trattato di alleanza fra Germania, Austria e Russia e riuscì, fino al 1885, a mantenere di fatto i buoni rapporti fra le tre potenze. La stipulazione della Triplice Alleanza, nel 1882, fra Germania, Italia e Austria-Ungheria, completava questo sistema, che lasciava la Francia isolata in Europa. Ma la crisi bulgara del 1886, l'urto presto conseguitone fra Russia e Austria, minacciarono alla base tutto il sistema. B. rimediò, sia contraendo con la Russia il trattato di "controassicurazione" (1887), sia dando maggior valore alla Triplice Alleanza e, con ciò, rafforzando in essa la posizione dell'Italia (primo rinnovo della Triplice, 1887). In campo internazionale, dunque, grazie al B., la Germania riuscì in quegli anni ad affermare il proprio predominio politico e diplomatico in Europa (il B. si tenne sempre estraneo al settore della politica coloniale, se si eccettua l'intervento africano in funzione antiinglese del 1884) con una politica costantemente rivolta al mantenimento della pace. In politica interna, l'ultimo decennio del cancellierato bismarckiano è tutto dominato dal contrasto tra B. e il Reichstag sulla questione del bilancio militare (nov. 1886): di fronte all'opposizione di questo, B. si decide a scioglierlo, appoggiandosi non più al Centro ma ai conservatori e ai liberali nazionali, e dal nuovo Reichstag ottiene ancora una volta l'approvazione preliminare per 7 anni delle spese militari (il "settennato"). Nel 1888, morto Guglielmo e tre mesi dopo Federico III, B. si trova di fronte Gugliemo II, ostile alla sua persona e alla sua stessa politica, soprattutto nei motivi antiaustriaci, e, nel campo interno, sulla legislazione antisocialista, che il B. avrebbe voluto rendere più aspra mentre l'imperatore vi era nettamente contrario. Il conflitto non offriva altra possibilità di soluzione al di fuori di quella delle dimissioni, il che avvenne il 18 marzo 1890. I rimanenti anni della sua vita B. li trascorse nel suo podere di Friedrichsruh, non tralasciando occasione di criticare aspramente l'operato politico del sovrano e dei proprî successori.