(o Port-Royal-des-Champs) Monastero della regione parigina nella valle della Chevreuse, fondato nel 1204 da Matilde di Garlanda, secondo il desiderio di suo marito Matteo de Montmorency-Marly. Popolato da un gruppo di religiose cistercensi, fu presto elevato al rango di abbazia. Decaduto tra 15° e 16° sec., risorse agli inizi del 17° sec. per opera della badessa Jacqueline Arnauld (mère Angélique) che dal 1608 si adoperò per riportarvi la piena osservanza della primitiva regola benedettina. Presto la fama del monastero s’impose a tutta la Francia e mère Angélique fu chiamata a instaurare la riforma anche in altre abbazie. Nel 1626, per l’accresciuto numero delle religiose e per le condizioni poco salubri del luogo, le suore si trasferirono a Parigi in alcuni edifici situati nel faubourg Saint-Jacques (P. de Paris). Nel 1635 assunse la direzione spirituale del monastero l’abate di Saint-Cyran. Nel 1637 due nipoti di mère Angélique, A. Le Maitre e S. Le Maitre de Séricourt si ritirarono a vivere nei pressi del monastero parigino di P., poi raggiunti da altri ‘solitari’: il grande teologo A. Arnauld, Le Maitre de Sacy, P. Nicole, B. Pascal.
Per i legami che le univano a Saint-Cyran, Nicole, Arnauld e Pascal e per le caratteristiche stesse della loro religiosità, le religiose di P. si trovarono così a essere implicate nelle aspre polemiche sul giansenismo (➔ Giansenio, Cornelio). Ad aggravare la situazione concorse il successo delle Provinciales (1656) di Pascal, che irritò i gesuiti. Iniziarono dunque i provvedimenti dell’autorità contro P., che non piegarono tuttavia la fermezza con la quale le religiose si opposero alle richieste di sottoscrivere il formulario di condanna delle 5 proposizioni attribuite a Giansenio. Nel 1656 i ‘solitari’ furono costretti ad abbandonare P.-des-Champs; nel 1661 pensionanti, postulanti e novizie furono fatti uscire sia da P. de Paris sia da P.-des-Champs; nel 1665 tutte le religiose che rifiutarono la sottoscrizione del formulario furono relegate a P.-des-Champs. Nei dieci anni successivi, a fianco delle suore si schierarono protettrici e amici devoti, fra i più bei nomi della società e della cultura francesi. Poi ricominciarono le persecuzioni, finché, nel 1709, il monastero fu definitivamente soppresso.
Nel 1646, su suggerimento di Saint-Cyran, erano state istituite le Piccole scuole di P. come collegi preparatori all’università; disperse nel 1656, furono definitivamente soppresse nel 1660. Nei pochi anni di vita le Piccole scuole di P. ebbero modo di affermare nuovi e fondamentali principi pedagogici, incentrati sul rispetto della ragione: i portorealisti sostituirono la lingua materna al latino nell’insegnamento delle lingue; abolirono l’abuso dell’esercizio mnemonico, gli esercizi di retorica e di versificazione; sostituirono le grammatiche tradizionali ispirate a criteri meccanicamente descrittivi con nuovi metodi grammaticali logicamente inquadrati; si preoccuparono di mettere presto i discepoli in grado di leggere gli autori, e di far leggere opere che per il loro valore intrinseco fossero adatte a formare il giudizio. Grammatica di P. Composta da C. Lancelot con la collaborazione di Arnauld e di Nicole, la Grammaire générale et raisonnée (1660), fondata su principi razionalisti, tendeva a dimostrare che alla base di ogni lingua sta un complesso di caratteri universali propri di ogni tempo e di ogni luogo, come per la logica. Ebbe larga notorietà e diffusione e costituì la ‘carta grammaticale’ del 18° sec. e dei primi decenni del 19°. Dopo un lungo periodo di eclissi, una ripresa della fortuna della Grammaire si ebbe agli inizi del 20° sec. con F. de Saussure, che sottolineò la positività dell’approccio sincronico alla lingua proprio dei portorealisti. A N. Chomsky si deve una decisiva rivalutazione dei procedimenti analitici e dei presupposti concettuali della Grammaire. Logica di P. Celebre testo scolastico di logica, La logique ou l’art de penser (1662), composto per il giovane duca di Chevreuse da Arnauld in collaborazione con Nicole. Usato nelle Piccole Scuole di P., ebbe poi vasta e continua diffusione per le sue doti di ordine e sobrietà. I principi e i precetti della logica sono ridotti a pochi. La parte più nuova è la dottrina del metodo, specialmente per ciò che concerne le discipline storiche. Importante la teoria delle definizioni (definizione nominale e definizione reale), che risente dell’influenza di Pascal, e l’introduzione dei concetti di comprensione e di estensione, che precorre le analoghe distinzioni di J.S. Mill (connotazione e denotazione) e di G. Frege (senso-denotazione).