In embriologia, p. cefalico, nella gastrulazione delle uova telolecitiche, p. della linea primitiva contemporaneamente allo spostamento caudale del nodo di Hensen.
Il p. analitico è la costruzione di una funzione analitica a partire da un suo elemento, cioè da uno sviluppo in serie di potenze, convergente in più di un punto. Precisamente,
data una serie di potenze ∑∞k=0ak(z−z0)k, dove
z è una variabile complessa e z0, a0, a1, …, an, … sono costanti complesse prefissate, si supponga che la serie, certo convergente per z = z0, sia convergente anche per qualche altro valore di z; allora essa è certo convergente in tutti i punti interni a un certo cerchio di centro z0, e in tale cerchio la serie data ha una somma f(z) che è una funzione analitica di z. Sia z1 un punto interno al cerchio di convergenza, nel quale quindi la f(z) è sviluppabile in serie di potenze:
∑∞k=0bk(z−z1)k, dove i coefficienti bk si calcolano in base ai dati noti; questa seconda serie è convergente in un cerchio di raggio positivo, di centro z1, il quale può fuoriuscire dal cerchio precedente. Nella parte comune ai due cerchi le due serie hanno per somma la stessa funzione f(z); nell’eventuale parte del secondo cerchio che fuoriesca dal primo, la seconda serie definisce una funzione, che si indica ancora con f(z); ripetendo il procedimento per tutti (o per opportuni) punti dei cerchi così costruiti e dei nuovi cerchi man mano trovati, si ‘prolunga’ la funzione f(z), per quanto possibile, fino a costruirla in tutto il suo campo di definizione, cioè in tutti i punti del piano complesso per i quali essa ha senso. Il procedimento ora descritto è appunto il procedimento del p. analitico. Naturalmente, in generale può accadere che uno stesso punto si raggiunga, per p. analitico, in due o più modi distinti, in modo che in quel punto si possano attribuire alla funzione due o più valori distinti; ciò significa che la funzione costruita è polidroma.
In artiglieria, p. d’alzo, accessorio degli strumenti di puntamento, da inserire fra il cannocchiale e il suo supporto fissato all’affusto in modo da innalzare la linea di mira e consentire il tiro dell’arma da una postazione molto defilata e superando l’altezza dello scudo di protezione.