In senso ampio è pregiudiziale ogni questione che si pone in un rapporto di pregiudizialità, ovvero di priorità logico-giuridica, rispetto ad un’altra, la quale è detta dipendente.
Talora il termine viene impiegato in riferimento a questioni che devono essere decise in un altro processo. Si parla allora di pregiudiziale amministrativa, penale, comunitaria, costituzionale, ecc. Particolare rilievo ha l’ipotesi in cui la questione pregiudiziale è rappresentata da un rapporto giuridico suscettibile di autonomo accertamento. In tal caso il giudice chiamato a decidere in via principale la causa dipendente conosce della questione pregiudiziale incidenter tantum, ovvero solo ai fini della decisione sulla domanda principale.
Viceversa, è tenuto a decidere la questione con efficacia di giudicato solo se le parti ne fanno domanda o se è richiesto dalla legge (art. 34 c.p.c.). Se della decisione del rapporto pregiudiziale è stato investito un giudice diverso e la riunione non è possibile, l’opportunità di addivenire ad un coordinamento tra le decisioni fa sì che il processo dipendente debba essere sospeso. Parimenti, se la causa pregiudiziale è già stata definita con sentenza passata in giudicato, il giudice della causa dipendente si uniformerà al giudicato già ottenuto dalle parti sul rapporto pregiudiziale.
Diversa problematica è quella concernente la distinzione tra la questione pregiudiziale e la questione preliminare ai fini della rimessione anticipata in decisione.
Pregiudizialità. Diritto processuale civile