silicati Gruppo di minerali, alcuni dei quali componenti essenziali delle rocce eruttive (costituiscono circa il 90% della crosta terrestre). Nella composizione chimica dei s. sono sempre presenti il silicio e l’ossigeno, associati ad altri elementi quali alluminio, ferro, manganese, magnesio, calcio.
L’origine dei s. è collegata in genere al fenomeno magmatico; essi possono formarsi in vari stadi: nella fase ortomagmatica, in quella pegmatitico-pneumatolitica, in quella idrotermale, oppure per reazioni tra le masse magmatiche e le rocce con le quali tali masse vengono a contatto (metamorfismo di contatto). S. di origine ortomagmatica sono: olivina, pirosseni, anfiboli, miche, feldspati, feldspatoidi e quarzo. Accanto a questi, nella fase pegmatitico-pneumatolitica, si formano anche: tormalina, topazio, fenacite, berillo, zircone, lepidolite ecc. Nello stadio idrotermale sono tipici alcuni minerali argillosi, soprattutto del gruppo della caolinite, le zeoliti, l’opale e il quarzo. Caratteristici del processo metamorfico di contatto sono la cordierite, la vesuviana ecc. S. tipici, oltre a quelli delle rocce magmatiche, si possono originare nel processo metamorfico regionale, quali: i granati, la wollastonite, l’epidoto, le cloriti, il talco ecc. In rapporto ai vari stadi di alterazione, deposizione e diagenesi, altri s. come argille, zeoliti, feldspati, opale, quarzo ecc. si possono infine produrre dal processo sedimentario.
L’analisi strutturale ha rivelato che nel reticolo cristallino dei s. ciascun ione silicio, Si4+, è situato al centro di un tetraedro, il quale ha sui vertici quattro ioni ossigeno, O‒ ‒. Il gruppo tetraedrico [SiO4]4– costituisce il ‘motivo strutturale’ di questa classe di minerali; i tetraedri si presentano, nella struttura dei s., isolati o riuniti in gruppi a formare altri anioni complessi, nei quali i tetraedri condividono uno o più vertici, cioè uno o più ioni ossigeno. In base alla diversa concatenazione dei tetraedri i s. si dividono in vari gruppi: nesosilicati, s. con tetraedri isolati e indipendenti nell’edificio cristallino (olivina, granato, zircone ecc.); subnesosilicati, nesosilicati che contengono nell’edificio cristallino anioni estranei: OH–, F– ecc. (topazio, andalusite, cianite ecc.); sorosilicati, s. con gruppi di tetraedri uniti per un vertice con un atomo di ossigeno in comune (calamina, epidoto, melilite ecc.); ciclosilicati, considerati un tempo sorosilicati, presentano gruppi di tetraedri uniti da un anello con simmetria trigonale, tetragonale ed esagonale (bentonite, neptunite, berillo ecc.); inosilicati, s. con tetraedri uniti in catene illimitate, semplici o doppie, allineate secondo una direzione dello spazio (pirosseni, anfiboli); fillosilicati, s. con tetraedri costituenti strati o fogli disposti in un piano, secondo un reticolo cristallino a maglie esagonali che si estende illimitatamente in due direzioni (miche, argille); tectosilicati, s. con gruppi di tetraedri disposti tridimensionalmente (quarzo, feldspati, feldspatoidi, zeoliti). I s. appartenenti ai gruppi neso-, soro-, ciclo- e tectosilicati hanno una sfaldatura, di solito, non molto facile o addirittura assente, mentre la durezza risulta elevata (fra 5 e 8); al contrario ino- e fillosilicati hanno sfaldatura più facile e durezza variabile tra 1 e 6. Per quanto riguarda le proprietà ottiche, si riscontra che l’indice di rifrazione tende a diminuire passando dai neso- ai tectosilicati; la birifrangenza presenta invece valori modesti nei neso-, soro-, ciclo- e tectosilicati, e valori più elevati per gli ino- e i fillosilicati. Silicatizzazione In geochimica, con accezione generica, il complesso dei fenomeni che portano alla formazione di silicati.
Con significato specifico, reazione tra la calce delle malte e la silice contenuta nel materiale inerte. Se quest’ultimo proviene da materiali vulcanici e contiene silice attiva in quantità più o meno grande, la silice ha parte importante, e anche essenziale (come nel caso delle pozzolane) nella presa. Se il materiale inerte è sabbia comune, la silicatizzazione è lentissima e ha parte assai secondaria nella presa della malta.