Roccia sedimentaria clastica, incoerente, derivata dalla degradazione di rocce preesistenti e costituita prevalentemente da frammenti di singoli cristalli, oltre a minuti frammenti di rocce e di altri tipi di sedimenti.
La composizione delle s. è molto variabile e riflette da un lato la provenienza, intesa come localizzazione, clima, composizione litologica, rilievo e ambiente tettonico dell’area da cui il sedimento proviene, dall’altra i processi di trasporto, selezione e maturità. Generalmente prevalgono quei minerali che per la loro scarsa alterabilità e durezza possono resistere più di altri all’ulteriore disfacimento; infatti il minerale più comunemente presente nelle s. è il quarzo, in quanto il più stabile in ambiente esogeno (anche nella sua varietà microcristallina, il calcedonio, che costituisce le selci). Altri minerali abbondanti sono i feldspati e le miche. In relazione quindi al minerale predominante o a minerali rari eventualmente presenti si distinguono s. quarzose, feldspatiche, micacee, glauconitiche, granatifere, aurifere, platinifere, diamantifere, monazitiche, magnetitiche, titanifere, ferrifere ecc. Da un punto di vista dimensionale le s. vengono distinte in 5 classi: molto grossolane (2-1 mm), grossolane (1-0,5 mm), medie (0,5-0,25 mm), fini (0,25-0,125 mm), molto fini o finissime (0,125-0,062 mm). I granuli di s. presentano inoltre dei caratteri morfologici superficiali visibili solo al microscopio a luce riflessa o al microscopio elettronico.
Sono stati distinti 3 tipi di superfici: smerigliate, lucenti e opache. La smerigliatura è generalmente il risultato dell’abrasione eolica; la lucentezza si riscontra nei granuli tipici dell’ambiente di spiaggia (strofinio dei granuli nell’acqua), mentre le superfici opache sono essenzialmente dovute alla presenza di minuscole fratture e a irregolarità angolose, che si possono formare in ambienti fluviali e marini poco profondi a seguito di una forte azione abrasiva.
Le s. sono presenti in diversi ambienti sedimentari, da quelli continentali (fluviale, glaciale, lacustre, desertico) a quelli marini poco profondi (lagune, spiagge, delta, piattaforma continentale); a maggiori profondità esse si rinvengono alla base della scarpata continentale, dove sono messe in posto attraverso l’azione delle correnti di torbida.
Data la loro abbondanza sulla superficie terrestre, le s., a seconda delle loro caratteristiche, trovano numerose applicazioni sia nelle costruzioni sia nelle industrie vetraria e metallurgica (s. comuni, quarzose e granitiche) sia per l’estrazione di minerali pregiati (s. monazitiche, aurifere, platinifere ecc.). La s. viene adoperata in grande quantità soprattutto nella tecnica delle costruzioni civili, come componente delle malte e dei calcestruzzi e in fonderia per l’esecuzione delle forme. Secondo l’impiego cui è destinata, deve rispondere a determinate esigenze e possedere quindi requisiti adeguati; per es., la s. per la formazione delle malte aeree e idrauliche o dei calcestruzzi deve essere di natura calcarea o silicea purché libera da mica o da cristalli di sali che darebbero luogo alla formazione di efflorescenze; la s. deve essere altresì ben pulita, asciutta e ruvida al tatto. La s. usata, o s. di recupero, proveniente dalla distruzione di forme già colate, deve subire una serie di operazioni perché sia pronta al nuovo impiego; viene innanzitutto triturata, poi liberata dai corpi metallici estranei, quindi pulita dalla polvere, che ne comprometterebbe la permeabilità, e infine mescolata con s. nuova. Nell’industria ceramica la s. è impiegata come materiale smagrante dei minerali argillosi (impedisce l’eccessivo ritiro e innalza la resistenza al fuoco) e come materia prima nell’industria del vetro. È anche usata per operazioni di finitura dei pezzi metallici quale organo abrasivo.
In medicina la s. si utilizza nelle sabbiature (dette anche bagno di s. o con termine tecnico psammatoterapia): forma di termoterapia consistente nel coprire determinate parti del corpo (per lo più gli arti inferiori) con s. scaldata dal sole allo scopo di ottenere una vasodilatazione con conseguente aumento dell’irrorazione sanguigna. Sabbiera Serbatoio contenente s., installato nelle locomotive e nelle motrici tranviarie. Per mezzo dell’annesso lanciasabbia la s. può essere cosparsa sulle rotaie per produrre, in caso di necessità (slittamento ecc.), un temporaneo aumento dell’attrito delle ruote su di esse.