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sonata

di Luisa Curinga - Enciclopedia dei ragazzi (2006)
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sonata

Luisa Curinga

Quando lo strumento è protagonista

Il termine sonata, adoperato correntemente a partire dal 16° secolo, ha indicato nel corso dei secoli differenti composizioni strumentali. Esso ha inoltre designato la struttura base – detta per l’appunto forma-sonata – impiegata dal classicismo fino al tardo Ottocento nei primi movimenti di sonate, sinfonie, concerti e altri generi di musica da camera

Il Rinascimento e il Barocco

Nel Cinquecento il termine sonata non indicava una forma musicale ben definita, ma distingueva una composizione da sonare, cioè da eseguire con strumenti, da una da cantare, ossia con l’impiego della voce (musica, grammatica della). Gradatamente lo stile dei pezzi strumentali acquistò autonomia dai modelli vocali, fino alla definizione – all’inizio del 17° secolo, nell’Italia settentrionale – di due forme cameristiche: la sonata a tre, di solito per due violini o basso continuo, e la sonata a due, perlopiù per violino e basso continuo. Il basso continuo veniva realizzato generalmente dalla viola da gamba sostenuta dal clavicembalo o dall’organo. La sonata a tre – formata da più movimenti, spesso quattro, che alternavano tempi lenti e veloci – si differenziava a sua volta in sonata da chiesa e sonata da camera, a seconda della destinazione.

La sonata barocca ebbe fortuna per più di un secolo e mezzo e fu impiegata da un gran numero di compositori – tra cui, nel 17° secolo, Giuseppe Torelli, Tarquinio Merula, Alessandro Stradella, Giovanni Maria Bononcini e, nel 18° secolo, Arcangelo Corelli, Tomaso Albinoni, Antonio Vivaldi, Giuseppe Tartini – e soggetta a evoluzione e varianti. Non ha, dunque, una forma univoca. Comune è il carattere di contrasto tra melodia solistica e accompagnamento armonico, mentre variabile è il numero di movimenti, con alternanza di tempi allegri e tempi lenti, spesso derivati da andamenti di danza.

Dall’Italia la sonata si diffuse all’estero, con musicisti quali Jean-Baptiste Loeillet e François Couperin in Francia, Georg Philipp Telemann, Georg Friedrich Händel e Johann Sebastian Bach in Germania, Henry Purcell in Inghilterra.

Nel tardo Barocco la sonata si modificò a causa dell’importanza sempre crescente assunta dallo strumento a tastiera e allo sviluppo di nuovi schemi costruttivi e armonici, riducendosi talvolta a un solo movimento e a un solo strumento, come nelle sonate per tastiera di Domenico Scarlatti.

Il classicismo e la forma-sonata

Gli esponenti del classicismo viennese – Franz Joseph Haydn, Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven – consacrarono il genere della sonata definendone la struttura tipo. Per pianoforte o strumento a tastiera o per qualsiasi strumento e pianoforte, essa era di solito divisa nei tempi allegro, adagio, minuetto, allegro (forme musicali).

Il primo movimento assunse la struttura detta forma-sonata, bitematica e tripartita in quanto costruita su due temi e articolata in tre parti. Nella prima parte, l’esposizione, sono presentati i due temi, spesso a carattere contrastante: il primo, nella tonalità principale, è collegato al secondo tramite un episodio che conduce al cambio di tonalità, il ponte modulante. Nella seconda parte, o sviluppo, i temi sono rielaborati; nella terza, detta ripresa, i due temi vengono riproposti, entrambi nella tonalità principale. La forma-sonata trovò largo uso e venne impiegata anche nei primi tempi di sinfonie, concerti e composizioni cameristiche.

Il romanticismo e il Novecento

Nel 19° secolo la fioritura del melodramma portò alla decadenza in Italia del genere sonatistico. I musicisti tedeschi – quali Felix Mendelssohn-Bartholdy, Franz Schubert, Robert Schumann –, oltre a Fryderyk Chopin e Franz Liszt, continuarono a comporre sonate, adattando la forma classica alle esigenze linguistiche ed espressive del romanticismo. In Francia si sviluppò la sonata ciclica – in cui uno stesso materiale tematico ricorre in tutti i movimenti –, che fu impiegata da Hector Berlioz, César Franck, Camille Saint-Saëns, Gabriel Fauré.

Molti musicisti del Novecento – tra cui Claude Debussy, Alban Berg, Béla Bartók, Alekandr N. Skrjabin, Igor F. Stravinskij, Paul Hindemith, Sergej S. Prokof´ev, Francis Poulenc, Pierre Boulez – si sono dedicati alla composizione di sonate, in alcuni casi portando alle estreme conseguenze il linguaggio tradizionale, in altri apportando elementi nuovi senza negare la tradizione, o infine impiegando un linguaggio completamente nuovo (musica, storia della).

Vedi anche
concerto Tipo di composizione musicale oppure intrattenimento pubblico o privato dedicato all’ascolto di musica. 1. Cenni storici Lo sviluppo storico del concerto come composizione musicale appare strettamente legato a quello del basso continuo, come dimostra il titolo della raccolta di L. Grossi da Viadana ... minuetto Danza nata in Francia all’inizio del 17° sec., con ritmo ternario e misura in quarti e in ottavi. D’uso dapprima popolare, trovò poi grande favore nella società presso l’aristocrazia e nelle corti, fin dal tempo di Luigi XIV, grazie a G.B. Lulli. A partire dalla seconda metà del Settecento figura come ... Franz Joseph Haydn Haydn ‹hàidn›, Franz Joseph. - Musicista (Rohrau, Austria Inf., 1732 - Vienna 1809). Figlio di un carradore, dilettante di musica, studiò dapprima con G. Reutter a S. Stefano in Vienna, poi con un tale Spangler. Conobbe Metastasio che lo avrebbe (secondo una tradizione non accertata) raccomandato a N. ... Ludwig van Beethoven Beethoven ‹béethoofën›, Ludwig van. - Musicista (Bonn 1770 - Vienna 1827). Contemporaneo e lettore di I. Kant, W. Goethe e F. Schiller, incarna la nuova figura del compositore moderno: con lui l'espressione dell'interiorità dell'artista e delle sue dolorose vicende esistenziali viene in primo piano. ...
Categorie
  • ASPETTI TECNICI in Musica
Altri risultati per sonata
  • sonata
    Enciclopedia on line
    In musica, composizione strumentale, variamente modificatasi nel corso dei secoli, articolata in uno o più movimenti a carattere contrastante. Il termine s. comparve nel Cinquecento a indicare un brano strumentale ‘da sonare’ anziché ‘da cantare’. All’inizio del 17° sec. si distinsero la s. a tre, di ...
  • SONATA
    Enciclopedia Italiana (1936)
    Giulio Cesare Paribeni . Nome di una forma di musica strumentale. La parola Sonata ci riporta alle origini stesse della musica per strumenti, se non per il sostantivo, certo per il verbo donde esso deriva. Sonata, infatti, da principio designa indistintamente musica da suonare in contrapposto a musica ...
Vocabolario
sonata
sonata s. f. – 1. Forma oggi meno com. (anche se frequente in usi pop. o letter.) di suonata (v.) nelle accezioni generiche e negli usi figurati. 2. In musica, composizione strumentale, variamente modificatasi nel corso dei secoli, articolata...
sònito
sonito sònito s. m. [dal lat. sonĭtus -us «suono, strepito», der. di sŏnare «suonare»], letter. – Suono, rumore risonante: Di mille voci al sonito Mista la sua non ha (Manzoni); sonito Di mondo lontano par l’eco Tra le arcate che abbraccian...
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