tenda Riparo mobile di forma, grandezza e materiali differenti secondo le diverse utilizzazioni, costituito da uno o più teli, variamente collegati e uniti tra loro, costituiti da un fitto tessuto di cotone impermeabilizzato o di nailon o di altre fibre sintetiche, o anche da semplice materiale plastico, impiegato soprattutto per usi militari, per ricoveri e servizi di emergenza, per usi turistici e sportivi (v. fig.).
Sono chiamati tendopoli gli attendamenti all’aperto, impiantati generalmente a scopo alpinistico o turistico, ma anche per il ricovero temporaneo di gruppi più o meno numerosi di persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni in seguito a gravi calamità naturali (terremoti, alluvioni ecc.), eventi bellici ecc. La parola fu usata per la prima volta nel 1924 per designare un attendamento del SUCAI (Sezione universitaria del CAI).
Specie di padiglione facilmente smontabile e trasportabile, usato come abitazione dai popoli nomadi, costituito da un’armatura in elementi di legno o anche, nelle regioni artiche, formati con ossa di grandi animali, e da una copertura fatta di teli di tessuto o di pelli di animali, di forme e dimensioni diverse. Ancora oggi costituisce l’abitazione presso popoli nomadi e abitanti in regioni povere di mantello vegetale (tundre, steppe).
Per la sua forma la t. può dividersi in quattro tipi principali: t. a cupola, come lo wigwam in uso nella zona arida dell’America Settentrionale; t. conica, diffusa tra gli Amerindi delle praterie (tipi) e tra le popolazioni artiche durante i mesi estivi; t. cilindro-conica, di ampie proporzioni e notevole solidità, la cui copertura di spessi feltri è adatta al rigido clima dell’Asia centrale; t. a tettoia, che si trova in Patagonia (toldo), come nelle zone aride dell’Asia e dell’Africa, e consiste di due o più file di paletti verticali su cui sono tesi pelli, stuoie o tessuti.
T. per ossigenoterapia (o t. a ossigeno) T. di materiale plastico, avvolge interamente il letto del malato, con lo scopo di favorire la respirazione di una miscela arricchita di O2.
Nelle costruzioni edilizie, coperture a t., quelle, per lo più di grandi ambienti o spazi per attività varie, che, pur eseguite con materiali di notevole rigidezza (cemento armato, resine sintetiche, lamine metalliche ecc.), assumono la forma tipica delle t. di tessuto; sono sostenute da funi e tiranti metallici isolati o a forma di rete (➔ tensostruttura).