zecca Officina governativa in cui si coniano le monete. Maestri, ufficiali, massari, provveditori della z. erano dette le autorità preposte alla z. nelle varie parti d’Italia; diritto della z. era l’utile che il principe ricavava dalla coniazione o monetaggio.
Poco si sa dell’organizzazione tecnica della z. ufficiale tra i Lidi e poi tra i Greci. Più abbondanti invece le notizie intorno a quella di Roma, annessa al tempio di Giunone Moneta, sul Campidoglio. A partire da Augusto vennero istituite z. imperiali anche nelle province. Gli antichi coniavano le monete a mano, ponendo i tondelli sopra uno stampo che recava una figurazione e pressandoli con un punzone che recava un’altra figurazione nella faccia inferiore. I coni monetari furono spesso opera di artisti. Nei 10 secoli dalla fine dell’Età antica al Rinascimento si moltiplicarono i tipi delle monete e i luoghi dove venivano fabbricate, tendendo, con l’indebolimento dell’autorità centrale, i signori feudali a battere moneta per proprio conto. Nel 13° sec. per opera delle Repubbliche italiane incominciò in Europa un nuovo periodo nella storia della monetazione. Con il ritorno dell’oro nella circolazione, divennero allora celebri la z. di Firenze per il fiorino, quella di Genova per il genovino, quella di Venezia per lo zecchino, e quella di Milano. Al principio del 15° sec. in Toscana l’arte monetaria rifiorì per opera di pittori e scultori che crearono la medaglia, prima fusa e poi coniata. Alla loro opera si ispirarono poco dopo i monetieri, che spesso erano anche orafi. In Germania, a Norimberga, nel 16° sec. furono introdotti i primi perfezionamenti meccanici nella tecnica della coniazione, dai quali derivarono in seguito le macchine che si adoperano nelle z. moderne. Al principio del regno di Luigi XIV furono vinte le ultime resistenze dei vecchi monetieri, venendo allora definitivamente abolita la fabbricazione delle monete con il martello. Da quell’epoca la tecnica della coniazione non conobbe altri progressi, fino ai primi del 19° secolo.
In Italia alla proclamazione del regno nel 1861 esistevano 8 z., delle quali tre (Bologna, Firenze e Genova) furono soppresse in quello stesso anno, e altre 3 (Torino, Venezia e Napoli) nel 1870, restando allora in attività quelle di Roma e di Milano, tenute in appalto dalla Banca Nazionale fino al 1874, poi esercite dallo Stato. Nel 1892 fu soppressa anche la z. di Milano e la fabbricazione delle monete fu concentrata nella sola z. di Roma, posta alle dipendenze del ministero del Tesoro. Dal 1978 la z. italiana, prima operante come azienda statale, unendosi al Poligrafico dello Stato ha assunto la forma di ente di diritto pubblico (controllato dal Tesoro). Con l’abolizione dell’oro dalla circolazione monetaria, l’attività della z. si è progressivamente concentrata nella coniazione di monete, generalmente in oro o argento, da collezionismo o di carattere commemorativo.