Terrapieno che serve a contenere le acque di piena di un corso d’acqua. Gli a. si distinguono, con qualifiche diverse, a seconda della posizione e della funzione in riferimento al livello delle acque: acque medie, acque alte e massima piena.
A. in froldo È quello costruito in prosecuzione diretta della sponda del corso d’acqua: costituisce praticamente un rialzamento della sponda medesima.
A. maestro È costruito a notevole distanza dal letto; la distanza è in relazione all’altezza dovendosi assicurare una determinata area della sezione trasversale per lo smaltimento della portata di massima piena: è insommergibile, anche alle massime piene, e racchiude il territorio detto di golena; in qualche caso nel territorio di golena è disposto un altro a. di minore mole detto a. in golena, il quale può essere sommerso nelle piene più forti. Il territorio compreso tra la sponda del fiume e l’a. in golena è detto golena indifesa, quello compreso fra l’a. in golena e l’a. maestro, golena difesa. La golena indifesa può essere utilizzata soltanto per coltivazioni a carattere stagionale, mentre nella golena difesa si possono avere coltivazioni a ciclo più lungo dato che essa viene sommer;sa soltanto in caso di piene eccezionali.
L’a. maestro ha in genere sezione trapezoidale: il lato superiore (base minore) si chiama cresta, quello inclinato verso l’alveo petto o scarpa interna, quello inclinato verso la campagna spalla o scarpa esterna. Se al terrapieno principale ne vengono addossati altri per rinforzo, quello verso corrente si chiama antipetto, quello verso campagna banca; se ve ne è un secondo, sottobanca (f); berma o risberma (g) si chiama una stradella o banchina lungo i fianchi dell’a. che corre parallela alla cresta. In caso di piene eccezionali che minacciano di superare l’argine, lungo la cresta di questo si eleva un arginello, detto soprassoglio.
La costruzione degli a. richiede tutte le cure necessarie ad assicurarne l’impermeabilità. Il piano di campagna sul quale l’a. viene posato deve essere liberato dalla vegetazione e dallo strato di terreno vegetale. Poi si scavano delle fosse più o meno profonde parallele all’asse dell’argine, dette tombature, che servono a immorsare il terrapieno al suolo. Se questo è impermeabile, basta ararlo profondamente. Le terre più adatte per la costruzione degli a. sono quelle mediamente argillose che non tendono a plasticizzarsi per eccessiva umidità né a fessurarsi per eccessiva secchezza. Il materiale si dispone a strati orizzontali, cordoli, alti da 20 a 30 cm, che vengono accuratamente spianati e battuti. La pendenza delle scarpate si tiene, in media, di 1:2 verso alveo e di 1:1,5 verso campagna.
Inconvenienti principali relativi agli a. possono essere: a) cedimenti o fenditure dovuti ad assestamento del terreno di appoggio o dell’a. stesso: a essi si fa fronte generalmente con ricarichi e rinfianchi; b) fuoruscita di acqua a tergo dell’a. (fontanazzo), eliminabile con la costruzione delle coronelle; c) rotta dell’argine.
Per la realizzazione e la manutenzione di piccoli a. si usa l’arginatore, un attrezzo agricolo trainabile da trattore, costituito da una bure, portante un’asta trasversale, sulla quale sono montati due o più dischi inclinati in modo da formare una V aperta nel senso dell’avanzamento; i dischi, penetrando nel terreno, lo rimuovono e, avanzando, raccolgono la parte rimossa verso il centro, in modo da formare l’argine.