- Una lunga vicenda lega la città catalana all’arte urbana. Dai graffiti alla street art, le esperienze avvenute e i nomi legati alla scena locale costituiscono un punto di riferimento in chiave spagnola ed internazionale. All’alba del nuovo millennio l’ambiente frizzante, permissivo e multiculturale che si respira nelle sue strade la rende una meta imprescindibile per tutti coloro che fanno arte nello spazio pubblico, plasmando un’epoca d’oro in seguito destinata a scemare a causa di un cambio di rotta, all’insegna della repressione, operato dall’amministrazione cittadina.
Writing. Insieme a Madrid ed Alicante la città catalana è uno dei vertici dell’ideale triangolo geografico dei graffiti spagnoli, che qui conoscono pionieristica fioritura e grandissima diffusione, in particolare durante gli anni Novanta, influenzando grazie alla creazione di originali stili locali la scena nazionale ed europea. I graffiti americani stimolano la nascita di un movimento locale sin dalla metà degli anni Ottanta, quando in Spagna solo la capitale Madrid aveva già dato luogo a un’esperienza del tutto autoctona con Muelle e il così definito “estilo flechero”. Durante la fase avanguardistica gli attori fondamentali sono le crew DTY e AAA insieme a writer come Cash e Fase/Fasim, maestri di uno stile di eccellente livello, entrambi presenti sulle pareti della prima hall of fame cittadina nell’area di Poblenou. Tali eventi preparano la strada ai protagonisti del decennio successivo, quando ogni angolo dello spazio urbano di B. si riempie di tag ed elaborazioni di altissimo grado espressivo, e, grazie a un ambiente permissivo e liberale, i giovani si riuniscono sempre più numerosi nella piazza dell’università (Plaça de la Universitat), polo del fermento creativo dell’epoca. Tale clima favorisce la nascita, nel 1994, di Montana Colors, la prima azienda specializzata in grado di produrre con successo bombolette spray capaci di soddisfare le crescenti esigenze tecniche – compreso un ampio ventaglio cromatico – dei writer, ad un costo relativamente basso. In questo scorcio temporale si forma e impone la propria cifra stilistica la TSK, probabilmente la più celebre crew di writer catalani ancora in attività. Ne sono fondatori Vino e Blue, con il primo che conferisce l’impostazione stilistica a tutto il gruppo, dando vita alla più riconosciuta conformazione del lettering locale. Lo stile di Vino e di tutta la TSK si distingue per l’originalità del trattamento delle lettere, le cui tracce evadono i più rigidi canoni grafici sino ad allora registrati per gonfiarsi ed allungarsi al limite del caricaturale. Una impostazione che, riflettendo la felice atmosfera del momento, appare più rilassata ed ironica rispetto ad altre tipologie contemporanee, esercitando su queste una notevole influenza. La composizione della TSK si è evoluta nel tempo e contempla tra i suoi membri storici nomi come Rocki, Amigo e Trojan, quest’ultimo autore di grande talento che nel 2006 abbandona quasi completamente i graffiti anche a causa delle inedite e dure disposizioni cittadine in materia. L’anno in questione segna quasi un punto di non ritorno per le manifestazioni artistiche stradali a B., una netta cesura che ancora oggi alimenta i ricordi e le sensazioni degli artisti locali. Notevoli sforzi economici per la pulizia dei muri preparano il terreno per la “ley civica” del 2006. Chiunque venga colto realizzare graffiti, di qualsiasi genere, su muri pubblici o privati può incorrere in sanzioni che arrivano, nei casi più gravi, sino a tremila euro. Dopo anni di intransigente proibizionismo, nell’ultimo periodo – pure considerando il sempre crescente interesse che l’arte urbana esercita sui media e sull’opinione pubblica – va registrato un aumento del grado di elasticità dell’amministrazione locale che ha messo a disposizione nuovi spazi per la libera espressione dei graffiti.
Street art. La mostra “Barcelona Graffiti” tenuta presso la sala Metrónom nel dicembre 1986 – la prima dedicata al genere su tutto il territorio spagnolo – testimonia l’importanza del ruolo pioneristico esercitato dalle prime concrete forme di espressione stradale registrate sui muri della città catalana. I prodomi del’arte urbana a B. prescindono l’aspetto calligrafico legato alla lettera, come invece accade a Madrid con gli artisti “flecheros”, per concentrarsi su altri segni e tecniche. Uno dei collettivi artistici ad esporre presso la sala Metrónom è composto dai tre membri dei Los Rinos, artefici sin dal 1985 di incursioni pittoriche stradali finalizzate alla diffusione dell’icona di un bersaglio, simbolo identificativo del gruppo. Allo storico appuntamento espositivo partecipa pure il collettivo Trepax, fondato nel 1986 da Francesc Punsola, in arte Frank Trepax. Ispirati dalla generazione dell’arte urbana francese dei primi anni Ottanta, il lavoro del gruppo si muove verso la pratica dello stencil (plantilla in spagnolo) artistico, genere che avrà una notevole fortuna nell’ambiente locale. Figure e volti derivati dal mondo della comunicazione mediatica dell’epoca – fumetti e televisione su tutti – costituiscono il bagaglio iconografico più utilizzato. Del medesimo gruppo va ricordato anche quello che può considerarsi uno tra i primissimi murales in città: Safari-Sprai, dipinto nella calle de Jaén nel 1987. Il 1989 è un altro anno indimenticabile per la storia dell’arte urbana catalana, con la presenza di K. Haring che produce l’ennesimo stimolo allo sviluppo della scena artistica in città. Nel quartiere del Raval, in quegli anni una delle aree più problematiche del territorio metropolitano, l’artista americano dipinge un lungo murale – andato perduto in poco tempo – dedicato alla lotta contro l’aids, di cui egli stesso morrà l’anno successivo. Queste sono le radici su cui ha origine e si espande, durante gli anni Novanta, la felice atmosfera creativa che renderà la città celebre agli occhi di molti artisti nel mondo. Nel primo quinquennio del nuovo millennio B. raggiunge lo status di mecca delle arti praticate nello spazio pubblico; l’esponenziale crescita del fenomeno street art si respira sensibilmente nelle strade della città catalana, la quale attira artisti ed appassionati da ogni angolo del globo grazie alle condizioni favorevoli che permettono di dipingere muri e serrande di strutture non più utilizzate senza alcun tipo di autorizzazione. Anche il modus espressivo di molti artisti locali rispecchia tale clima. La predilezione di tonalità cromatiche accese determina ciò che uno dei protagonisti più rappresentativi della scena locale, El Pez, definisce “Barcelona Happy Style”. Un’interpretazione estetica dell’arte in strada per buona parte originata dalle medesime caratteristiche ambientali della città – il cui influsso è altrettanto evidente nella tradizione artistica locale, da Gaudì a Mirò – e che continua a descrivere l’arte urbana catalana attraverso artisti quali Zosen, Kenor, Gola, o Aryz, quest’ultimo talentuoso artista lautamente apprezzato per i suoi soggetti meta-surreali dipinti su enormi pareti in tutto il mondo. El Pez, a partire dall’inizio del nuovo millennio, è uno dei tanti artisti ad operare la transizione dal lettering al logo-icona, passaggio da alcuni definito “post-graffiti”, e che trova diretti precedenti in Francia nonché, forte della pioneristica attività dei Los Rinos, nella stessa Barcellona. Qui, la diffusione del nome attraverso un pittogramma riconoscibile ed identificativo a sostituzione delle lettere trova uno dei terreni più fertili d’Europa: Chanoir, La Mano, El Xupet Negre – insieme al parigino Andrè uno dei primi, a partire dal 1989, a virare verso le forme del logo – sono alcuni degli attori fondamentali. Con la legge civica del 2006, attuata per favorire un turismo più selezionato, B. vive il tramonto della sua epoca aurea, con nuove disposizioni e penalità in materia dove a rischiare pesanti sanzioni sono anche i privati che commissionano opere prospicienti spazi pubblici senza previo consenso municipale. Oggi la via maestra passa prevalentemente all’interno di una dimensione legale, con appositi spazi dedicati e manifestazioni come l’Open Walls Conference a proporre gli interventi maggiori. Le ripercussioni della legge civica toccano anche il piano del medium espressivo, come dimostra l’impennata di stencil, paste-up (poster) e altri generi che richiedono la quasi totale preparazione dell’opera in studio a favore di un intervento stradale rapido e meno rischioso. Porte, portoni e centraline elettriche sono gli spazi prediletti da tali tipologie di applicazioni; Barri Gotic, El Born e Gracia i quartieri ad ospitarne il numero più rilevante. Muri dipinti dalle dimensioni medio-grandi sono invece prerogativa di luoghi appositamente messi a disposizione dal municipio, come quelli dei Jardins de les tres Xemeneies, locati nei pressi del litorale ai piedi di Montjuic.