Nelle armi da fuoco portatili, organo a forma di martelletto girevole che, spinto da una molla quando si preme sul grilletto, percuote l’innesco (o la capsula) determinando l’accensione della carica e perciò lo sparo dell’arma. Nei fucili da caccia di vecchio modello i c. erano posti all’esterno del meccanismo di chiusura; nei modelli più recenti sono nascosti all’interno. Nei fucili moderni il c. vero e proprio non esiste più: si è trasformato in un pezzo dell’otturatore che ha lo scopo di aumentare la massa del percussore, col quale fa corpo, per ottenere la necessaria forza d’urto del percussore stesso contro la capsula.
C. domestico (Canis familiaris) Mammifero della famiglia Canidi. Taglia, colori e pelo sono molto variabili. Possiede 42 denti differenziati in incisivi (12), canini (4), premolari (16) e molari (10). È onnivoro, con preferenza per la carne. Ha sensi molto sviluppati, specialmente l’olfatto, ed è dotato di grande memoria associativa, che gli permette di imparare. Raggiunge la maturità sessuale a 7-9 mesi; le femmine in genere vanno in calore in autunno e primavera, la gestazione dura 9 settimane; il numero dei cuccioli varia da 1-2 nelle razze piccole, fino a 6-12 nelle altre. Lo svezzamento è completo a 3 mesi. A 10 anni il c. è in età avanzata.
Fu indubbiamente il primo animale addomesticato dall’uomo: da rinvenimenti preistorici europei risulta certa la presenza del c. in livelli del Mesolitico. Tutte le popolazioni mondiali contemporanee di interesse etnologico possiedono il c., compresi quelli (aborigeni Australiani, Andamanesi, Pigmei Africani, Fuegini ecc.) che ignorano le altre forme di allevamento. La sola eccezione è costituita dai Tasmaniani, che possono rappresentare una fase analoga a quella del Paleolitico europeo, in cui il c., e ogni altro animale domestico, era mancante. L’origine delle varie razze di c. domestici non è chiara; secondo una prima tesi il progenitore diretto sarebbe il lupo (v. fig.), secondo un’altra le razze moderne deriverebbero da incroci tra il lupo e gli sciacalli. Sembra probabile che la domesticazione del c. sia avvenuta indipendentemente in varie aree del globo. Dopo il c. delle torbiere, c. domestico dell’era neolitica allevato dall’uomo delle palafitte, in epoche successive sono comparse nuove razze; nella storia dei popoli antichi (Egiziani, Assiri, Babilonesi) figuravano già diverse razze di c., tenute in gran conto. In seguito, per incroci e mutazioni, si originarono razze sempre più numerose, illustrate da molti scritti del Medioevo e dell’evo moderno, che l’uomo con la selezione è riuscito a perfezionare sempre più; queste razze in parte esistono ancora oggi.
Le razze attuali, in numero assai grande, si differenziano molto per caratteristiche morfologiche e per attitudini (pur condividendo alcune caratteristiche, che fanno dei c. un gruppo omogeneo); ciascuna di esse presenta caratteri abbastanza stabili, oscillanti intorno a un tipo convenzionale stabilito e selezionato dagli allevatori. La classificazione di queste razze si basa sulle attitudini e sull’uso cui sono destinate: si parla pertanto di c. da caccia, c. da corsa, c. da guardia e d’utilità, c. da pastore, c. da compagnia.
I c. da caccia sono stati distinti in: a) c. da ferma (spinone, griffons, barbet, épagneuls, pointer, setter ecc.); b) c. da cerca (o scovo), divisi in c. da cerca stretta (bracchi, spinoni) e da cerca larga (pointers e setters); c) c. da riporto (retrievers, spaniels, cui appartiene il cocker-spaniel o cocker); d) c. da seguito (segugio italiano, c. di Sant’Uberto o bloodhound o limiere, bracchetto o Beagle, foxhound o c. da volpe, harrier o c. da lepre ecc.); questo gruppo include anche i c. da tana (bassotti e terriers).
Fra i c. da corsa, o levrieri o veltri, sono il levriere inglese a pelo raso (greyhound), il levriere russo a pelo lungo (barzoi), il c. da cervo, il levriere arabo (sloughy) ecc.
Fra i c. da pastore ricordiamo quello maremmano o abruzzese e quello bergamasco, animali robusti con testa grossa, orecchi triangolari semieretti, coda lunga, pelame folto e aderente, bianco o isabella quello maremmano, grigio unito con macchie, più lanoso, quello bergamasco; il groenendael; il collie o c. da pastore scozzese; il c. da pastore tedesco o c. lupo o lupo d’Alsazia.
Fra i c. da guardia e d’utilità spicca il c. poliziotto, c. lupo o di altra razza analoga opportunamente addestrato in canili-scuola, mediante particolari corsi di istruzione, e dato in dotazione a reparti di polizia per servizi preventivi (c. antidroga, c. di pattuglia) e repressivi (c. da pista). I c. lupo sono inoltre particolarmente adatti come accompagnatori dei non vedenti. Altre razze canine d’utilità, da guardia e da difesa, sono i San Bernardo, il Terranova, i mastini, i c. da slitta eschimesi, il molosso, il bull-dog, il boxer, l’alano tedesco impropriamente detto danese, il dobermann ecc.
I c. da compagnia comprendono, fra gli altri, il barbone, a pelo lungo e ricciuto, il chihuahua, il cagnolino bolognese, il maltese, il volpino, il bouledogue francese, i pechinesi, i giapponesi dal pelame bianco e nero, il chow chow, lo Yorkshire terrier ecc.