Primo elemento di termini medici scientifici. Significa «corno, sostanza cornea, strato corneo» o ha riferimento alla cornea dell’occhio. I cheratociti sono gli elementi cellulari della sostanza propria della cornea (stroma corneale); di forma appiattita, sono disposti parallelamente alla superficie della cornea, tra le lamelle corneali.
La cheratodermia è un’alterazione cutanea rappresentata da un ispessimento dello strato corneo dell’epidermide, cui si associano abitualmente uno stato infiammatorio e un modico aumento di spessore di tutta la cute; è spesso di origine congenita. La cheratolisi (o epidermolisi) è un’affezione cutanea caratterizzata da estrema vulnerabilità e reattività della pelle, a carico della quale, anche per minimi traumi, compaiono bolle dovute a distacco dell’epidermide. Il cheratoma è una malattia cutanea d’origine congenita, consistente in un abnorme ispessimento dello strato corneo, specie alle palme delle mani e alle piante dei piedi (cheratoma palmare e plantare ereditario; mal di Meleda); esiste anche una forma grave, incompatibile con la vita (cheratoma maligno diffuso congenito).
Cheratosi è il nome di formazioni, d’origine e significato diversi, dovute a proliferazione circoscritta dell’epidermide cornea: nella cheratosi follicolare si osservano piccoli rilievi cornei allo sbocco dei follicoli pilo sebacei; la cheratosi senile si osserva negli anziani sotto forma di chiazze brunastre lievemente rilevate e a superficie rugosa; talora può rivestire il significato di lesione precancerosa.
La cheratite è un’infiammazione della cornea, di natura per lo più infettiva; può essere superficiale o profonda a seconda della zona interessata e, nelle forme più gravi, può dar esito a opacità e neovascolarizzazione della cornea (che di norma è trasparente e priva di vasi); provoca dolore, fotofobia, lacrimazione, disturbi visivi.
La cherato-congiuntivite è un processo infiammatorio acuto che coinvolge cornea e congiuntiva; in genere l’interessamento corneale è secondario a quello congiuntivale, ma ben più importante sia per la sintomatologia, sia per le possibili complicanze (opacità, ulcerazione ecc.).
Il cheratoipopion è una forma di cheratite purulenta caratterizzata da ulcera settica della cornea e successiva formazione di pus (ipopion) che, addensandosi, si stratifica nella zona declive della camera anteriore dell’occhio; è spesso causato da eventi traumatici o infettivi.
Il cheratoacantoma è un tumore benigno che coinvolge sia la cute del volto sia la congiuntiva bulbare; a rapido sviluppo, ben circoscritto, di forma per lo più emisferica, in genere regredisce spontaneamente in 1-2 mesi, lasciando esiti cicatriziali.
Il cheratocele è un’estroflessione di uno strato della cornea (membrana di Descemet), che assume un aspetto bolloso e può rompersi, dando luogo a perforazione corneale. Rappresenta la complicanza di processi ulcerativi, degenerativi o di eventi traumatici interessanti la cornea.
Il cheratocono è una deformazione, spesso bilaterale, della cornea, che assume forma conica (anziché emisferica). Si manifesta in genere nell’adolescenza, con disturbi della visione, dovuti sia a un astigmatismo sempre più accentuato, sia, in fase avanzata, a opacamento dell’apice conico della cornea.
La cheratoectasia è la protrusione della cornea che, assottigliata o indebolita da pregressi eventi traumatici o infiammatori, si estroflette sotto la spinta esercitata dalla pressione endoculare.
Il cheratoglobo è lo sfiancamento sferoidale della cornea, che assume una forma globosa, pur conservando in genere i suoi normali diametri. Tale condizione, per lo più stazionaria e asintomatica, è spesso bilaterale.
La cheratomalacia è un processo degenerativo della cornea, espressione di avitaminosi A, caratterizzato da progressiva opacità e secchezza dell’epitelio della cornea, che tende a ulcerarsi.
Interventi e metodiche diagnostiche sulla cornea.
La cheratocentesi è la perforazione chirurgica del limbo corneale al fine di ottenere una fuoriuscita di umor acqueo in eccesso o di eventuali raccolte ematiche o essudatizie dalla camera anteriore dell’occhio.
La cheratofachia è l’intervento chirurgico con cui si sutura sulla cornea di un occhio afachico un lembo corneale prelevato da un donatore e modellato al fine di evitare l’uso di lenti correttive.
La cheratoplastica è l’intervento chirurgico mediante il quale si sostituisce una cornea opaca con una cornea trasparente prelevata da un donatore. Viene generalmente eseguita per ripristinare la visione in un occhio alterato solo a livello corneale. A tale scopo si può utilizzare la cornea trasparente a tutto spessore (cheratoplastica perforata) oppure solo un suo lembo (cheratoplastica lamellare).
La cheratotomia è l’incisione chirurgica della cornea.
La cheratotomia radiale è finalizzata alla correzione della miopia, mediante numerose incisioni corneali a raggiera, in modo tale che la porzione centrale della cornea, indenne da tagli, si appiattisce.
La cheratometria è metodica oculistica rivolta a misurare l’entità dell’astigmatismo della superficie anteriore della cornea mediante uno strumento ( cheratometro) con cui si proiettano in modo mirato sulla superficie corneale fasci luminosi di diverso colore (rosso e verde). L’apparecchio per la diagnosi dell’astigmatismo corneale ( cheratoscopio) consiste in un disco (disco di Placido) che presenta su una superficie vari cerchi concentrici, alternativamente bianchi e neri, e reca al centro un foro, attraverso il quale si possono osservare i cerchi suddetti riflessi sulla cornea. Una deformazione delle loro concentricità indica una alterazione della curvatura corneale.