Proprietà dei corpi di diminuire di volume quando siano sottoposti a forze esterne ( forze di c.). I solidi e i liquidi presentano, contrariamente ai gas, c. molto piccola poiché sia nello stato solido sia nello stato liquido gli atomi o le molecole sono assai vicini e quando si cerca di ridurre ulteriormente le distanze interparticellari insorgono elevate forze repulsive. Si distinguono una c. isotermica e una c. adiabatica a seconda che durante l’esperienza si mantenga costante la temperatura del corpo oppure si provveda a evitare scambi di calore con l’esterno. Per i solidi interessa maggiormente la c. isotermica, caratterizzata dal coefficiente di c. isotermica, c=−∂V/(V∂ρ)/T: esso misura la variazione di volume che subisce l’unità di volume della sostanza stessa per un aumento unitario della pressione, essendo V il volume della sostanza e p la pressione; c ha le dimensioni fisiche dell’inverso di una pressione; diminuisce lievemente al crescere della forza applicata, cresce sensibilmente con la temperatura; è sempre molto piccolo (per es. per il ferro, a temperatura e pressione ordinarie, c = 6,4∙10−12 m2/N). Nei solidi isotropi una pressione uniforme muta il volume ma lascia immutata la forma del corpo; non così in quelli anisotropi (cristalli), a caratterizzare la c. dei quali occorre dare, stante l’anisotropia, non più uno ma in genere tre coefficienti, relativi ai tre assi di riferimento nello spazio.
Il comportamento dei liquidi è in tutto analogo a quello dei solidi isotropi e anche per essi il coefficiente di c. è tanto piccolo da potersi affermare che in prima approssimazione i liquidi sono incompressibili (per l’acqua, a temperatura e pressione ordinarie, si ha c = 4,6∙10−10 m2/N). Per i gas il coefficiente di c. isotermica vale c=1/p, mentre il coefficiente di c. adiabatica vale 1/γp, essendo γ il rapporto tra i calori specifici a pressione costante e a volume costante. Fattore di c. Fattore correttivo dell’equazione di stato dei gas perfetti (➔ stato) definito dal rapporto pv/RT, dove v è il volume molare, T la temperatura termodinamica e R la costante dei gas.
matematica C. algoritmica La proprietà di qualsiasi funzione matematica o successione numerica, e quindi, per es., della legge di evoluzione di un sistema, di essere espressa in modo conciso tramite un algoritmo; quest’ultimo può essere costituito, per es., da un programma di un elaboratore elettronico in grado di riprodurne l’evoluzione. Quando l’algoritmo contiene un numero di istruzioni almeno pari al numero di elementi della successione si dice che la successione ha c. nulla, o che è incompressibile. La c. è, dunque, una nozione in un certo senso inversa a quella di complessità algoritmica. Lo studio della c. algoritmica di successioni numeriche è fondamentale nelle applicazioni, perché permette di trasmettere nel modo più rapido possibile quantità di dati anche molto grandi.