Crimea (ucraino e russo Krym) Repubblica autonoma, appartenente de iure all'Ucraina, annessa dal 2014 alla Federazione russa (26.100 km2 con 1.971.072 ab. nel 2008) nonostante il mancato riconoscimento della comunità internazionale, con capoluogo Simferopol′.
Di forma quadrilatera, la C. è saldata al continente mediante l’istmo di Perekop; a E chiude il Mar d’Azov. Pianeggiante e stepposa a N, montuosa a S, a oriente si dilunga nella piatta penisola di Kerč′ fino ai piedi della regione caucasica, da cui la divide solo lo stretto tra il Mar Nero e il Mar d’Azov. Il clima è in genere favorevole: più rigido nella regione settentrionale e sulla costa occidentale; molto dolce sulle coste meridionali, dove sorgono diverse stazioni turistiche. La popolazione risulta composta da Russi e da Ucraini. Intensamente praticata l’agricoltura (cereali, frutta, viti, colture orticole, cotone e tabacco); diffuso l’allevamento (bovini, pecore). La pesca è attiva sulle coste del Mar d’Azov. Notevole sviluppo ha assunto l’industria, data la vicinanza dei grandi giacimenti di carbone del bacino del Donec e per la presenza di minerali di ferro (a Kerč′) e gas naturale (a Glebovka, con gasdotto per Sebastopoli); i settori più attivi sono il metalmeccanico, il chimico e l’alimentare. Vivace il movimento turistico sulle coste meridionali (Jalta e Feodosija). La penisola ha grande importanza strategica, con la maggiore base navale a Sebastopoli.
Zona di transito e di rifugio in posizione intermedia fra l’Europa e l’Asia, fu occupata da Cimmeri (1° millennio a.C.), Sciti e Tauri (7° sec.). In età classica vi si affermò il Regno bosforano, che ebbe il suo centro più importante in Panticapeo (l’odierna Kerč′) e fu sommerso, dal 3° sec., dalla pressione di Sarmati, Goti e Alani. Riconquistata per breve tempo da Giustiniano I, nel 7° e 8° sec. la C. fu inclusa nello Stato dei Chazary. Contesa poi fra i Variaghi-Russi, Bisanzio e i Chazary stessi, nel 13° sec. entrò nel dominio mongolo e ricevette il nome di Krym. Ponte commerciale tra l’Oriente e l’Occidente, nel quale furono presenti, con le loro colonie, i Genovesi e, in minor misura, i Veneziani, la C. divenne nel 15° sec. un canato autonomo con capitale Bahčisaraj, il cui principe più potente fu Menglī-Ghirāy. Costretti a riconoscersi vassalli della Turchia, i Tatari di C. costituirono tuttavia, con le loro frequenti incursioni, un pericolo permanente fino alla prima metà del 18° secolo. Quando la Russia cominciò a farsi strada verso il Mar Nero (17° sec.), il primo obiettivo fu la C. e soprattutto Azov. Solo nel 1774 il canato crimeano divenne indipendente dalla Turchia; nel 1783 la C. fu annessa alla Russia. La Repubblica autonoma di C., costituita nel 1921 e occupata dai Tedeschi dal 1941 al 1943, nel 1945 fu trasformata in un’oblast′ della Russia, passata poi all’Ucraina (1954). All’indomani della dissoluzione dell’URSS, la C. ha costituito il maggiore punto di frizione territoriale tra l’Ucraina e la Russia. Nel 1995 il contrasto è stato superato con il riconoscimento, anche da parte del Parlamento della C., dell’appartenenza della Repubblica autonoma all’Ucraina.
Nel marzo 2014, dopo la destituzione nel mese precedente del presidente ucraino V. Januković e l’insediamento a Kiev di un governo provvisorio filo-occidentale, le forze filorusse hanno assunto il controllo delle basi militari ucraine in C., e il Consiglio supremo della Repubblica autonoma ha votato la secessione dall’Ucraina e la richiesta di annessione alla Federazione russa, decisione confermata con il 97% dei voti favorevoli da un referendum popolare. Nonostante il mancato riconoscimento della comunità internazionale e l’emanazione di sanzioni da parte di Stati Uniti ed Unione europea, il 18 marzo V.V. Putin ha firmato il trattato di adesione della C. alla Federazione russa. L'espansione delle forze russe nei mari intorno alla Crimea, iniziata nel 2014 subito dopo la sua annessione alla Federazione russa, è stata agevolata dalla costruzione di un ponte sullo Stretto di Kerč´, che collega la penisola di Taman' alla penisola omonima, aperto al transito ferroviario nel dicembre 2019 e sottoposto a un pesante attacco nell'ottobre 2022, nel corso del conflitto russo-ucraino esploso nel Paese. L'importanza dell'area come nodo geopolitico cruciale è stata riaffermata nel corso del conflitto bellico esploso nel febbraio 2022 a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina, al cui interno essa ha costituito - congiuntamente al riconoscimento delle repubbliche popolari di Luhansk e Donetsk, nel Donbass, proclamate unilateralmente indipendenti dalle autorità separatiste nel maggio 2014 - un elemento centrale nei negoziati di pace tra i due Paesi.
Conflitto (1853-56) per il controllo dei Balcani e del Mediterraneo che oppose alla Russia l’Impero ottomano, sostenuto da Francia e Gran Bretagna (con l’appoggio di un corpo di spedizione piemontese). Il pretesto fu il mancato accoglimento da parte del sultano della richiesta di estendere la protezione russa sui sudditi greco-ortodossi del suo impero. Respinta tale richiesta, le truppe russe occuparono la Valacchia e la Moldavia, e i Turchi, spalleggiati dalle potenze occidentali, dichiararono la guerra. Le operazioni si estesero dal Danubio al Caucaso e Sebastopoli fu cinta da un lungo assedio. Il gen. M.D. Gorčakov cercò di risollevare le sorti russe, ma fu sconfitto nella battaglia della Cernaia (1855), soprattutto grazie alla resistenza delle truppe piemontesi. Si venne così al congresso di Parigi (1856), ai cui lavori il Regno di Sardegna, grazie alla sua partecipazione alla guerra di C., fu ammesso su un piano di parità formale con le altre potenze, ciò che dette modo a Cavour di sollevare in quella sede la questione italiana.