Contraffazione di un documento, un’opera d’arte o altro o per lo più a scopo di frode.
La storia dei falsi ha seguito costantemente lo sviluppo del commercio antiquario, con tecnica proporzionata alla competenza dei conoscitori. Nel mondo antico le f. si diffusero soprattutto con l’accresciuta richiesta di capolavori greci da parte della ricca clientela romana: Fedro parla di false firme di Prassitele; frequenti divennero le f. dei cosiddetti bronzi corinzi; firme apocrife erano apposte su statue, quadri, argenterie con lo svilupparsi del commercio antiquario durante l’Impero. F. antica è forse la firma di Boeto su un’erma bronzea di Mahdia; derivate da false firme antiche sono state ritenute anche le iscrizioni opus Phidiae, opus Praxitelis sulle basi dei Dioscuri del Quirinale.
Nel Rinascimento si fecero falsi di statue, monete e gemme classiche (ma spesso si trattava, piuttosto, di copie o rifacimenti richiesti dagli amatori per integrare le proprie collezioni). Una nuova fioritura di f. si ha nel 18° sec., favorita dal neoclassicismo: appare così un gran numero di pitture «pompeiane» (fabbricate da un certo Guerra), di gemme incise (A. Pichler), di monete (C.W. Becker); ma non mancano anche le f. di oggetti, di monumenti e di iscrizioni medievali, sollecitate dall’interesse per la ricerca erudita. Nel 19° sec. fiorisce la produzione di falsi idoletti sardo-fenici, di tanagre, di vetri dorati cristiani, di «primitivi», di sculture toscane del Quattrocento, di dipinti del Rinascimento ecc. Fra le f. più famose, meritano ricordo la cosiddetta «fibula prenestina», la «tiara di Saitaferne» (1896, cesellata da I. Rouchoumovskij a Odessa), le sculture classiche e del Rinascimento di G. Bastianini e di A. Dossena, e, più recentemente, i Vermeer e i van Gogh di H. van Meegeren, oltre alle numerosissime e note f. nell’ambito dell’arte contemporanea.
In campo diplomatistico, si distingue tra falso storico e falso diplomatico.
Falso storico è il documento formalmente genuino, che contiene dati inesatti o inventati (per es., un’autentica conferma di privilegi falsi); falso diplomatico è l’atto fabbricato per attestare atti giuridici o avvenimenti (passaggi di proprietà, privilegi ecc.) che possono essere realmente accaduti e la cui documentazione originale è perduta. Il Medioevo ha tramandato esempi delle due categorie. I giudicati emessi fra l’8° e l’11° sec. in favore del monastero di Farfa mostrano in molti casi il tentativo di smascherare, con gli strumenti di una critica ancora primitiva, i documenti falsi presentati dalle parti convenute in giudizio. La critica diplomatica moderna ha svelato i falsi privilegi fabbricati a proprio favore dai monaci di Montecassino per retrodatare o ampliare i possessi della loro abbazia.
All’8° o al 9° sec. è attribuito il più famoso falso documentario del Medioevo: il cosiddetto ‘Costituto di Costantino’, compilato probabilmente a Roma nell’ambito della cancelleria pontificia. La pratica della f. di bolle pontificie fu particolarmente frequente nel 15° secolo. Una cospicua produzione di documenti falsi si ebbe fra 16° e 18° sec., per ragioni genealogiche, in Francia e in Italia per opera rispettivamente di J. Vignier e A. Ceccarelli. Simili, nelle motivazioni e nella tecnica, furono i falsi fabbricati nel 19° sec. da J. Courtois e da C. Letellier in favore di famiglie francesi. Scalpore suscitò in Italia, nella seconda metà del 19° sec., la grossolana f. di presunti documenti medievali sardi detti ‘carte d’Arborea’. I falsi documentari, specie se antichi, costituiscono un’interessante testimonianza storico-culturale.
Dall’interesse per la raccolta di autografi, diffusasi in Europa tra la fine del 18° e la prima metà del 19° sec., nacque la pratica della f. di lettere, firme, scritti di personaggi celebri, comune soprattutto in Francia. Nel 19° sec. il matematico e bibliofilo italiano G. Libri usava falsificare i manoscritti sottratti a biblioteche pubbliche e private smembrandoli, mutandovi le note di origine e possesso, aggiungendovi false sottoscrizioni. I progressi della paleografia e dei mezzi ottici e chimici di analisi delle materie scrittorie hanno reso facile la difesa contro simili mistificazioni.