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Filostrato

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Poema in nove canti, in ottave, di G. Boccaccio, che, secondo l'etimologia dell'autore non molto esperto di greco, vuol dire "prostrato dall'amore". Fu scritto forse nel 1335, probabilmente prima del Filocolo, giacché è dedicato non a Fiammetta, come poi altri scritti di Boccaccio, ma a Filomena, nome sotto il quale si cela una Giovanna non meglio identificata.

Al tempo della guerra di Troia, Troiolo (Troilo), ultimo dei figli di Priamo, innamorato di Criseida, ne ottiene i favori con l'aiuto del giovane Pandoro; ma Criseida deve poi allontanarsi da lui per raggiungere il padre Calcas (Calcante) rifugiatosi nel campo greco. Troiolo, venuto a sapere che ella lo tradisce con Diomede, si getta nella battaglia per cercarvi la morte, ed è ucciso da Achille.

Approfondimento di Natalino Sapegno, da Boccaccio, Giovanni (Dizionario Biografico degli Italiani)

§ Filostrato. Il poemetto, in nove "parti", di disuguale lunghezza, in ottava rima, è stato composto forse contemporaneamente al Filocolo; secondo qualche studioso anche prima, intorno al '35, perché nella dedica non si fa cenno al mito di Fiammetta, sempre presente nelle altre opere giovanili; d'altra parte, rispetto al Filocolo, segna un progresso di semplificazione e concentrazione della struttura. Il Filostrato deriva l'argomento da un episodio del Roman de Troie di Bénoît de Sainte-More, conosciuto direttamente o per il tramite del volgarizzamento di Binduccio dello Scelto, non senza qualche eco anche dell'Historia troiana di Guido delle Colonne.

Troiolo, figlio del re Priamo, ama la bella vedova Criseida, figlia di Calcante, indovino troiano passato al campo dei Greci, e per mezzo di Pandaro, suo amico e cugino di lei, riesce facilmente a farsi riamare; nell'occasione però di uno scambio di prigionieri, Criseida viene richiesta dal padre e parte per il campo greco, dopo aver giurato all'amante eterna fedeltà; subito invece lo tradisce concedendosi a Diomede; quando Troiolo è fatto certo del tradimento, si getta disperato nella battaglia col proposito di uccidere il rivale, ma è ucciso da Achille.

La trama dichiaratamente allusiva, come si ricava dalla dedica, a una situazione autobiografica di passione e di gelosia, è di gran lunga più compatta ed organica, a paragone del Filocolo; notevole il grado di abilità raggiunto nella delineazione abbastanza precisa e coerente dei caratteri. Soprattutto nella delineazione di certi personaggi minori e nella grande abilità dell'intreccio il B. rasenta quel grado estremo di distacco nei confronti dell'invenzione che caratterizza il narratore puro (di qui la grande fortuna del libro nella letteratura europea, in Inghilterra particolarmente, attraverso Chaucer, fino a Shakespeare), anche se poi l'oggettività dei dettagli serve a sottolineare, per contrasto, la dimensione eminentemente lirica in cui vive il protagonista, sorretto dalla personale adesione dell'autore attraverso le svolte patetiche, tragiche, elegiache della vicenda. Formalmente il Filostrato si inserisce, non solo per la scelta del metro, nella tradizione dei cantari narrativi popolareschi, ne costituisce anzi uno dei momenti salienti ed esemplari, insieme con il Teseida, largamente ripreso e imitato nel tardo Trecento e per tutto il Quattrocento. Nei moduli dei canterini lo scrittore cerca lo strumento di una sintassi più sciolta e conversevole, di un lessico più concreto e realistico, conforme all'ambientazione tutta moderna e napoletana dei particolari della sceneggiatura e del costume; nel contempo egli non rinuncia al suo proposito d'arte e si adopera a introdurre una misura di compostezza e d'ordine, sia pure al livello dello stile "mediocre", nei modi sciatti e pedestri dei suoi modelli, con echi frequenti del linguaggio lirico (nella parte quinta è, addirittura, l'inserzione quasi letterale di una intera canzone di Cino da Pistoia).

Vedi anche
Giovanni Boccàccio Scrittore (Certaldo o Firenze 1313 - Certaldo 21 sett. 1375). Tuttora sostenuta da alcuni la nascita a Parigi, da un'ignota francese, certo è comunque che il Boccaccio, Giovanni nacque da un amore illegittimo d'un mercante certaldese stabilitosi a Firenze, Boccaccio di Chelino, e che il poeta circondò ... Sennuccio Del Bène Poeta (Firenze 1270 circa - ivi 1349). Guelfo bianco, era in bando nel 1311. Ebbe uffici nella corte pontificia di Avignone; fu amico e corrispondente del Petrarca. Poche le rime rimaste, improntate allo stil novo. Vittore Branca Filologo e critico letterario (Savona 1913 - Venezia 2004). Un ramo della famiglia discende dall'abate Stoppani (1824-1891), e porta vivo il senso di quella missione, che fu del cattolicesimo liberale dell'Ottocento, di saper unire scienza e sapienza. Vittore Branca, Vittore compie i suoi studi alla ... Geoffrey Chaucer Chaucer ‹čòosë›, Geoffrey. - Poeta inglese (n. prob. a Londra tra il 1340 e il 1345 - m. Londra 1400). Era nel 1357 paggio di Lionel, duca di Clarence, terzogenito di Edoardo III, partecipò (1359) alla spedizione di Edoardo III in Francia, entrato al servizio del re, sposò (1366 circa) una damigella ...
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Vocabolario
ingiùngere
ingiungere ingiùngere (ant. ingiùgnere) v. tr. [dal lat. iniungĕre «attaccare sopra; imporre; comandare», comp. di in-1 e iungĕre «unire»] (coniug. come giungere). – Comandare, ordinare; imporre con modi autorevoli e recisi: la reina ingiunse...
neopitagorismo
neopitagorismo s. m. [comp. di neo- e pitagorismo]. – Orientamento filosofico-religioso (1° sec. a. C 3° sec. d. C.), che si ricollega ecletticamente sia all’antico pitagorismo (con una vasta letteratura apocrifa, tra cui le Lettere e i...
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