Con il termine si intende, soprattutto nel linguaggio giudiziario, l'attività diretta a stabilire l'identità di una persona, di una cosa, di un elemento astratto, eseguita in base a dichiarazioni testimoniali o mediante il rilievo di elementi valutabili scientificamente.
L’i. di opportuni elementi in un dato insieme è un procedimento cui si ricorre sia allo scopo di procurarsi un modello concreto di un insieme difficilmente rappresentabile in maniera diretta, sia per costruire nuovi insiemi a partire da insiemi già noti. Il procedimento è usato soprattutto in topologia, dove permette, a partire da un dato spazio topologico, di costruire un nuovo spazio topologico. Per es., in un rettangolo ABCD si identifichi il segmento AB con il segmento DC e il segmen;to BC con il segmento AD, mediante il se;guente procedimento (v. fig.): si portino a coincidere i quattro punti A, B, C, D in un sol punto Ā; a ogni punto P di AB si associ quel punto P′ di DC tale che DP′=AP, indi si pensino i due punti P, P′ come un sol punto P̄; analogamente si proceda per le coppie di punti come Q, Q′ dei rimanenti due lati. Così facendo, l’insieme dei punti del rettangolo è topologicamente equivalente alla superficie di un toro.
Il processo psicologico per cui un individuo si considera uguale a un altro, o tutt’uno con esso; le prime i. avvengono in età infantile e riguardano i genitori, o loro aspetti anche parziali (il bambino cerca, identificandosi, di appropriarsi di qualità degli adulti per stabilizzare una relazione affettiva insicura) e danno luogo a modificazioni dell’Io. Nella teorizzazione freudiana il processo di i. è alla base del complesso edipico: il bambino vuole avere il padre (nel linguaggio della fase orale, vuole ‘mangiarlo’) o vuole essere come il padre. Nell’i. con la madre, con la paura dell’evirazione, va visto l’inizio del dissolvimento di tale complesso. L’i. (come la rimozione) appartiene a quei ‘meccanismi di difesa’, la cui applicazione trasforma più incisivamente la personalità, divenendo tratto di carattere. Essa può essere primaria (del bambino con i genitori) o regressiva (nei conflitti pulsionali e in neurosi e psicosi); in questa eventualità può essere totale (nello psicotico e nella formazione del Super-Io nell’individuo sano) o parziale (isterica, da lutto, da innamoramento). Grande è l’importanza che assume, nello sviluppo del bambino, l’i. con i compagni di scuola di maggiore età, con gli insegnanti e anche con gruppi e associazioni.
Processo attraverso il quale un individuo si considera appartenente a un’entità collettiva, con la conseguente assunzione, almeno parziale, delle norme e dei valori in essa condivisi. In questo senso opposta all’i. è l’individuazione.
Nella tecnica dei controlli automatici, i. di un sistema o di un processo è la determinazione del modello matematico atto a rappresentarne la struttura o il funzionamento. In linea di principio, i metodi seguiti per l’i. sono due: nel primo si assume un modello matematico del sistema sulla base di considerazioni fisico-matematiche e, poi, si determinano i parametri di tale modello mediante l’elaborazione di misure sulle grandezze d’ingresso e di uscita; nel secondo metodo si considera, invece, il sistema dall’esterno, come una ‘scatola chiusa’, e si cerca d’individuarne un adeguato modello matematico, a partire da misure relative all’andamento delle grandezze d’ingresso e di uscita.