Miscela liquida formata da una dispersione di pigmenti o da una soluzione di coloranti in un mezzo acquoso o organico con l’aggiunta di additivi fluidificanti (collanti, tensioattivi, polimeri ecc.), che viene trasferita su superfici di materiali diversi secondo gli usi, in particolare la scrittura e la stampa.
Tra i più antichi i. va ricordato l’i. di China, la cui invenzione risale al 3° millennio a.C. In epoca classica erano in uso i. a base di nerofumo e anche di sali metallici, cui seguirono nel Medioevo i. a base di vetriolo, noce di galla e gomma, usati anche in seguito. Nel 19° sec. gli sviluppi della chimica permisero la graduale sostituzione dei sali metallici (che corrodevano la carta) con preparati chimici meno aggressivi. Sia nell’antichità sia nel Medioevo, furono largamente adoperati i. colorati, soprattutto rossi e turchini, e, in codici di gran lusso, anche i. a base di oro o di argento.
Esistono i. diversi in funzione del colore e dell’uso cui sono destinati (scrittura, pittura, stampa tipografica, stampa calcografica, stampa da computer, fotocopiatura). Gli i. neri, più comuni, sono soluzioni acquose di acido gallico e tannico (o di uno solo di essi) e solfato ferroso con aggiunta di agenti anticomplessanti, coloranti aggiuntivi (in particolare allume di cromo o cromato o bicromato di potassio, nerofumo), prodotti antimuffa.
Sono composti da due elementi di base; un veicolo (legante o vernice) e un colorante. Il primo serve per il trasporto e per il fissaggio del secondo sul supporto da stampare. A seconda del tipo di veicolo, si distinguono i. grassi e i. liquidi. I primi, usati nella stampa tipografica, offset, calcografica e serigrafica, hanno un veicolo composto da resine naturali o sintetiche mescolate con oli vegetali (lino, soia ecc.) o minerali (derivati dal petrolio o dal carbone) e un prodotto colorante formato da pigmenti insolubili dispersi in polvere finissima. I secondi, usati nella stampa rotocalco o flessografia, hanno un veicolo composto da un miscuglio delle stesse resine sintetiche utilizzate per gli i. grassi, di solventi volatili, come toluene, xilene, alcol, acqua, e un prodotto colorante composto da pigmenti solubili nel veicolo.
Per la stampa in rotative a nero e a colore, per la sempre più elevata velocità di tiratura sono stati introdotti gli i. heat set che richiedono apporto di calore per rendere più rapido l’essiccamento e il fissaggio. Per la stampa offset sono stati inoltre introdotti i. il cui veicolo è costituito da una resina acrilica viscosa, parzialmente polimerizzata e diluita nel suo monomero. L’essiccazione e il fissaggio avvengono per polimerizzazione sotto l’effetto di raggi ultravioletti (i. UV). Altri i. particolari sono gli i. metallici, formati da sospensioni di polveri di metalli in soluzione di gomma arabica, e gli i. fosforescenti, impiegati per la stampa di francobolli e manifesti.
I vapori dei solventi e diluenti usati negli i. da stampa possono inquinare gli ambienti di lavoro e richiedere, pertanto, apparecchiature per la bonifica di tali ambienti o per il recupero dei solventi stessi. D’altra parte, l’impiego dell’acqua al posto dei solventi organici tradizionali, a fronte dell’evidente beneficio ambientale, comporta tuttavia difficoltà nel caso di i. destinati a supporti non assorbenti (laminati plastici, alluminio ecc.); inoltre l’acqua evapora con maggior difficoltà e maggior lentezza. Si producono anche i. completamente privi di qualsiasi tipo di solvente, come gli i. UV per stampa offset precedentemente citati.
È la distribuzione uniforme dell’i. sulla forma di stampa, mediante rulli inchiostratori che lo prelevano dall’apposito serbatoio (calamaio) nel caso della stampa tipografica, litografica e in offset, mediante immersione diretta della forma (cilindro) nel serbatoio nel caso della stampa rotocalcografica.
Mal dell’i. Grave malattia del castagno dovuta all’infezione di una peronosporacea (Phytophthora cambivora) localizzata nel cambio della porzione basale delle grosse radici e del colletto. Diffusa specialmente in Europa, è caratterizzata dall’annerimento della base del fusto, delle grosse radici e del terreno a esse aderente. Nelle piante ammalate le foglie ingialliscono, i frutti non maturano o maturano male, l’albero si spoglia innanzi tempo e in 2-5 anni muore.
Liquido secreto dalla ghiandola dell’i., o del nero, dei Molluschi Cefalopodi e rilasciato a scopo difensivo, con meccanismi ancora discussi. La nube di i., contenendo melanina (pigmento colorato), nasconde la fuga del Cefalopode e attira l’attenzione del predatore. Probabilmente l’i. agisce anche come difesa chimica; contiene infatti amminoacidi liberi (FAA), che generano nei chemiorecettori dei predatori un falso stimolo alimentare e distolgono l’attenzione dalla vera preda (fagomimetismo), e la tirosinasi, che ha un effetto citotossico. L’i. potrebbe avere infine la funzione di segnale chimico di allarme, diretto ai cospecifici.