Scritti filosofici e teologici del tardo ellenismo (2°-3° sec. d.C.), attribuiti al dio Ermes, identificato con l’egizio Thoth, dio dell’astrologia e della scienza, inventore della scrittura, e perciò detto Ermete Trismegisto («tre volte grandissimo»).
L’ ermetismo è la corrente religioso-filosofica che ha trovato espressione nei libri ermetici.
Quelli che ci sono pervenuti sono costituiti da 5 gruppi: a) il Corpus Hermeticum è una raccolta di 18 libelli, il primo dei quali ha il nome di Poimandres (da ποιμήν «pastore» e ἀνήρ «uomo»), passato a designare l’intero Corpus per errore di Marsilio Ficino, che tradusse in latino i primi 14 (1471); b) l’Asclepio, che era compreso fra le opere di Apuleio ed è la traduzione latina d’un originale greco del 2°-3° sec.; c) estratti ermetici tratti dall’Antologia di Stobeo; d) frammenti e testimonianze varie; e) 3 opere copiate, insieme con altre di origine gnostica, in un codice che fa parte del gruppo di codici trovati a Nag‚ Ḥammādī. La parte più cospicua di questi scritti esoterici è probabilmente un sunto o appunti di lezioni o di colloqui tenuti in ristretti circoli filosofici. L’attribuzione a Ermete Trismegisto ha carattere di tradizione iniziatico-sapienziale e distingue questi scritti da quelli d’astrologia, di magia e d’alchimia che più tardi furono collegati a essi, costituendo una cospicua tradizione ermetica.
Concezione fondamentale dell’ermetismo ellenistico è quella di una gnosi che rivelando all’uomo il divino lo identifica con esso. Gli elementi dottrinali sono per lo più platonici, di un platonismo però non immune da influssi stoici, frutto di un sincretismo caratteristico della tarda grecità ellenistica. Il nucleo religioso è costituito da una dottrina, originata, come sembra, dal tardo culto egiziano del dio Thoth di Shmun (➔ Ermopoli), filtrata attraverso la concezione platonico-stoica della divinità come uno-tutto e della conoscenza come ‘gnosi’ insieme religiosa e filosofica.
Il carattere sincretistico di questi scritti ha contribuito alla diffusione di motivi e forme di ermetismo nella cultura religiosa e filosofica dell’ellenismo, più o meno inglobate, in seguito, in un tessuto cristiano o di gnosi cristiana o cristiano-orientale. La Patristica – e il Medioevo dal 12° sec. – conobbero e altamente stimarono l’Asclepio; ma tutto il complesso degli scritti ermetici greci fu riscoperto solo dall’Umanesimo e soprattutto attraverso la versione di Ficino. L’attribuzione a Ermete era comunemente accettata e i suoi scritti considerati come depositi di antichissima sapienza da porre accanto ai libri biblici. SoloI. Casaubon, I. Voss e Fabricio contestarono l’esistenza storica dell’autore e portarono la data di composizione di quei testi a dopo Omero. L’indagine più moderna procede congiuntamente con lo studio della cultura filosofica e religiosa del mondo ellenistico.