Pittore e regista teatrale (Wielopole, Rzeszów, 1915 - Cracovia 1990). Artista d'avanguardia tra i più originali della Polonia contemporanea, attraverso una accentuatissima semplificazione dei mezzi espressivi e una "scenografia in movimento" in cui il corpo dell'attore diviene elemento strutturale di significazione, ha dato garbata e ironica espressione alla tragedia della condizione umana. Tra i suoi spettacoli più significativi si ricordano Umarła Klasa ("La classe morta", 1975), Crepino gli artisti (1986), Qui non ci torno più (1988).
Ha studiato all'Accademia d'arte di Cracovia. Dal 1945 è stato fra i maggiori esponenti dell'arte d'avanguardia in Polonia, aderendo all'arte informale (1950). Nel 1957 è stato fra i fondatori del Grupa Krakowska. Dal 1962 ha creato assemblage usando spesso oggetti e tela di sacco (emballages). Le sue esperienze artistiche sono state accompagnate da dichiarazioni e manifesti: Arte informale (1960); Imballaggi (1962); Teatro Zero (1963); Teatro degli avvenimenti (1968); Antiesposizione popolare (1979). Durante la guerra aveva fondato un teatro sperimentale clandestino, che, nel 1955, riprese vita col nome di Cricot 2. Fin dal primo allestimento (La piovra di S. I. Witkiewicz, 1955), K. definisce una messa in scena assai povera in cui gli attori diventano essi stessi elementi di una "scenografia in movimento". L'organizzazione in senso plastico dello spazio teatrale con l'aiuto dei materiali più diversi, e non ultimo il corpo dell'attore, e l'estrema stilizzazione dei ruoli, danno a questo teatro un tono particolare, sempre in bilico tra l'angoscioso e il clownesco, evidenziato anche dal repertorio di K. che si è avvalso soprattutto di opere di Witkiewicz (Una tranquilla dimora di campagna, 1961; Il pazzo e la monaca, 1963; La gallinella acquatica, 1967; Le bellocce e i cercopitechi, 1973). Con il già citato Umała Klasa, accompagnato dal manifesto Il teatro della morte, K. si è imposto come uno dei più originali artisti del nostro tempo, capace di rappresentare con strazio e ironia la condizione dell'uomo contemporaneo. Gli spettacoli successivi (Où sont les neiges d'antan, 1978; Wielopole-Wielopole, 1980; i già citati Crepino gli artisti e Qui non ci torno più; Aujourd'hui c'est mon anniversaire, 1990, andato in scena pochi giorni dopo la sua morte) hanno confermato la sua creatività e l'alto valore spettacolare e morale della sua arte.