Piccolo Stato insulare dell’Oceano Pacifico meridionale, nella Polinesia, costituito da circa 150 isole di diverse dimensioni.
Le isole sono comprese fra 173° e 177° long. O e fra 17° e 23° lat. S, circa 160 km a SO delle isole Samoa. Si distinguono due serie, pressoché parallele, di isole orientate da N-NE a S-SO. Il gruppo orientale, comprendente le isole maggiori, è di formazione madreporica; quello occidentale, invece, è di natura vulcanica e può considerarsi la continuazione dell’asse vulcanico della Nuova Zelanda e delle Kermadec. Mentre le isole madreporiche sono piatte e poco elevate, quelle vulcaniche sono montuose e superano i 1000 m s.l.m. nell’isola Kao. Al gruppo occidentale appartiene l’isolotto Falcon (o Fonuafoo), formatosi a seguito di eruzioni sottomarine nel 1885, demolito poi dall’erosione marina e riemerso nel 1955. Il clima è di tipo tropicale umido, con temperature medie mensili comprese fra 20 °C (agosto) e 26 °C (febbraio) e media annua di 22 °C; le precipitazioni (2000 mm all’anno) sono prevalentemente estive (febbraio-marzo).
I Tongani, di ceppo etnico polinesiano, costituiscono la quasi totalità della popolazione (98,2%); esigue le minoranze di Figiani ed Europei. Il ritmo di crescita della popolazione (tasso dell’1,4% nel 2009) va progressivamente diminuendo, dopo essersi mantenuto elevato per tutto l’arco del 20° secolo. La forte pressione demografica su un territorio con scarse risorse è all’origine dei notevoli flussi migratori diretti verso l’Australia e la Nuova Zelanda. Tongatapu e le Vava’u sono le isole più densamente abitate e la popolazione si concentra nei villaggi situati lungo le coste e solo in modesta misura risiede nei pochi centri urbani, il maggiore dei quali è la capitale, (34.311 ab. nel 2006) nell’isola Tongatapu.
Religione dominante è quella cristiana (43% protestanti; 16% cattolici).
L’agricoltura rappresenta l’attività economica fondamentale del paese: essa forma il 25% del PIL, occupa il 31,8% della popolazione attiva e assicura i due terzi delle esportazioni. Principali produzioni per l’esportazione sono noci di cocco, agrumi, banane e vaniglia. Colture di sussistenza sono la patata dolce, la manioca e l’arachide. Le risorse ittiche sono redditizie, soprattutto per gli introiti derivanti dalla cessione dei diritti di pesca nelle acque territoriali. L’industria è ancora marginale: accanto alle imprese tradizionali (alimentari, lavorazione delle fibre delle noci di cocco) sono sorti negli ultimi anni piccoli stabilimenti meccanici e mobilifici. Le prospettive di crescita economica sono affidate in primo luogo al turismo, di cui si prevede una forte espansione; una quota crescente delle risorse del paese è destinata alla costruzione di alberghi e di infrastrutture di trasporto. Voci fondamentali per l’economia di T. sono tuttora gli aiuti internazionali e le rimesse degli emigrati.
Le comunicazioni interne sono difficili, penalizzate dalla dispersione territoriale. Non esistono ferrovie e la rete stradale (680 km) è limitata all’isola di Tongatapu.
L’arcipelago di T. fu abitato fin dai tempi antichi: il popolo dei Lapita vi giunse verso il 1550 a.C. e fondò la prima capitale, sull’isola di Tongatapu. L’impero Tu’i Tonga iniziò a formarsi intorno al 950 d.C. e nei secoli successivi i guerrieri tongani estesero i confini fino a includere parte delle attuali isole Figi, Samoa, Tokelau e Niue.
Scoperte da J. Le Maire e W.C. Schouten nel 1616, le isole T. furono visitate nel 1643 da A. Tasman e nel 1773 e 1777 da J. Cook. Nel 1787 l’arrivo di missionari pose fine a un periodo di guerre civili. Tuttavia nel 1799 l’assassinio dell’imperatore Tuju’aho gettò il paese in una nuova crisi interna che durò per circa 50 anni, fino a quando George Tupou I riunì il regno sotto di sé, introdusse la prima forma di governo costituzionale e istituì una riforma nel sistema di attribuzione delle terre ancora oggi in uso. Nel 1899, le isole T., in serie difficoltà finanziarie, furono poste sotto il protettorato britannico (1900). Progressivamente dotato di ampia autonomia interna (1958 e 1967), il regno si emancipò dal protettorato nel 1970, restando tuttavia nell’ambito del Commonwealth. Dalla fine degli anni 1980 fu avviata una campagna per la democratizzazione, che portò nel 1994 alla costituzione del primo partito politico, il riformista Partito del popolo, ma la sua vittoria nelle elezioni del 1996 per il rinnovo dell’Assemblea Legislativa (composta di 30 membri, di cui solo 9 eleggibili) non modificò gli equilibri di potere. Nel 2006 è asceso al trono George Tupou V; il nuovo sovrano ha accettato di incaricarsi un’agenda di riforme istituzionali democratiche e ha istituito una commissione per la revisione della Costituzione. I cambiamenti più significativi sono stati il rinnovo del sistema elettorale e la riduzione dei poteri del re. Alle elezioni del novembre 2010, con un’affluenza del 90% della popolazione, i cittadini hanno potuto eleggere 17 dei 26 deputati del parlamento (i restanti rimangono appannaggio della nobiltà). Nel marzo 2012, alla morte di Tupou V, sul trono è salito, con il nome di re George Tupou VI, il principe Ulukalala Lavaka Ata, fratello del sovrano defunto. Le elezioni tenutesi nel novembre 2014 hanno registrato la vittoria del Partito democratico, il cui leader S. ʻAkilisi Pōhiva ha assunto la carica di premier, riconfermata dopo la nuova vittoria della formazione politica alle consultazioni del novembre 2017; nel settembre 2019, a seguito della sua morte, gli è subentrato ad interim S. Sika, mentre dal dicembre 2021 è premier del Paese S. Sovaleni. Nel gennaio 2022 un violentissimo tsunami provocato dall'eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Ha'apai ha colpito l'84% degli abitanti dell'arcipelago, causando inoltre ingenti danni ambientali nell'area costiera del Perù centrale.
Tonga è membro del Forum delle isole del Pacifico (Pif), è stato ammesso alle Nazioni Unite nel 1999 e nel 2007 è entrato, dopo circa 12 anni di negoziati, nell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto).