Stato insulare dell’Oceania nel Pacifico sud-occidentale costituito di 320 isole, di cui un centinaio abitate, e di oltre 500 isolotti; è situato fra 16° e 20° lat. S (con l’eccezione della più settentrionale isola di Rotuma), e fra 177° long. E e 178° long. O. La capitale, Suva, è nell’isola di Viti Levu.
La presenza di alcune formazioni rocciose ‘continentali’ (ardesia, quarzite) fa pensare che le Figi siano il residuo di un’area molto più vasta, emergente in ere geologicamente lontane. Le isole maggiori sono montuose (a Viti Levu, il Monte Victoria è alto 1323 m) e formate di materiali di origine vulcanica (lave, tufi), innalzati in età recente, dove i corsi d’acqua hanno scavato incisioni strette e profonde. Le altre isole e scogli sono invece in buona parte formate da atolli. Il clima è tropicale, la temperatura media annua è di 26 °C a Suva: febbraio e marzo sono i mesi più caldi; luglio e agosto i più freddi. La piovosità, forte nella stagione calda, è in media di oltre 3800 mm annui.
La popolazione è costituita in prevalenza da Figiani (54,3%) e Indiani (38,2%). In seguito ai colpi di Stato del 1987, è iniziata l’emigrazione di notevoli contingenti indiani. Il tasso di accrescimento naturale, più elevato tra la popolazione figiana, è stato dell’1,4% nel 2009, con una mortalità infantile dell’11,50‰. Religioni maggioritarie sono la cristiana (prevalentemente metodista) e l’induista, con una minoranza consistente di musulmani (rispettivamente 52,9%, 38,1% e 7,8%).
L’economia figiana è in gran parte fondata sull’agricoltura e in particolare sulla coltivazione della canna da zucchero. Tuttavia, a partire dagli anni 1980 la produzione di zucchero è scesa sensibilmente (366.000 t nel 2006 contro le 500.000 del 1980), in seguito alle vicissitudini del mercato internazionale e alle negative condizioni climatiche. Altri prodotti sono tabacco, olio di palma e, in espansione, riso. Di rilevo anche il patrimonio forestale (1,2 milioni di ha), per il cui sfruttamento è stato realizzato (1987) un grosso impianto a Lautoka (Viti Levu), e la pesca. Unica risorsa mineraria è l’oro. Di crescente importanza il settore turistico (545.000 visitatori nel 2006). Le comunicazioni si avvalgono dell’aeroporto internazionale di Nadi (Suva).
Il popolamento delle Figi avvenne grazie ai movimenti migratori dei gruppi Lapita. (12°-10° sec. a.C.). Nel 1643 nell’arcipelago approdò l’olandese A.J. Tasman. Sede di insediamento di coloni europei dalla seconda metà del 18° sec., le Figi divennero colonia inglese nel 1874. Il compromesso tra le autorità britanniche e l’aristocrazia dei capi indigeni ereditari impose vincoli allo sfruttamento della manodopera locale per la coltivazione della canna da zucchero, principale prodotto del paese, inducendo i coloni a far ricorso all’importazione di lavoratori dall’India. Tale importazione, proseguita fino agli anni 1920, fece sì che la popolazione di origine indiana divenisse una quota sempre più ampia del totale, mantenendo tuttavia uno status politico e sociale nettamente subordinato. A metà degli anni 1960 gli Indiani costituivano oltre il 50% della popolazione ed erano i più convinti sostenitori dell’indipendenza del paese, mentre gli indigeni, che temevano di perdere la supremazia, tendevano a mantenere i legami con la Gran Bretagna. All’indipendenza, nell’ambito del Commonwealth, si arrivò nel 1970. Dopo oltre un quindicennio di permanenza al potere dell’Alliance Party, espressione dell’etnia figiana, le elezioni del 1987 portarono alla formazione di un governo di coalizione tra il National Federation Party, di orientamento progressista e portavoce degli interessi indiani, e il Fiji Labour Party, radicato tra i lavoratori di entrambe le etnie. Subito dopo vi fu un colpo di Stato militare, appoggiato dalla destra, seguito a pochi mesi di distanza da un altro, che proclamò la Repubblica, con la conseguente esclusione dal Commonwealth, e abrogò la Costituzione del 1970, sostituita da un’altra che rafforzava il potere dei capi indigeni accentuando la condizione di inferiorità degli Indiani. Il predominio della comunità figiana fu attenuato da una riforma costituzionale nel 1990, che previde una rappresentanza multietnica. Le elezioni politiche del 1999 portarono per la prima volta un leader indiano, M. Chaundhry, ad assumere la guida del governo. Un anno dopo Chaundhry fu costretto alle dimissioni da un nuovo colpo di Stato, promosso da un gruppo di nazionalisti figiani, in seguito al quale le forze armate guidate da V. ‘Frank’ Bainimarama sospesero la Costituzione, decretando lo stato di emergenza, e promossero la formazione di un esecutivo di coalizione con le forze nazionaliste, che sancì il ritorno della minoranza figiana al potere. Il nuovo governo, con a capo L. Qarase, fu poi confermato nelle elezioni del 2001 e in quelle del 2006. Con un nuovo Colpo di Stato alla fine del 2006, Bainimarama ha deposto Qarase e si è fatto affidare la carica di primo ministro dal presidente R.J. Iloilo. Le prime consultazioni dopo il colpo di stato, tenutesi nel settembre 2014, hanno sancito con il 59,2% delle preferenze la netta vittoria del partito di Bainimarama, il Fiji First, contro il 28% dei consensi aggiudicatosi dal Partito liberale socialdemocratico (SODELPA); il risultato elettorale ha consentito all'uomo politico di assumere la carica di premier, riconfermata alle consultazioni svoltesi nel novembre 2018, che hanno registrato una nuova affermazione del Fiji First (50%) sul SODELPA (39,8%), mentre a seguito delle elezioni del dicembre 2022 ha assunto la carica di premier del Paese S. Rabuka. Dal novembre 2021 presidente del Paese è R.W.M. Katonivere.
Il vasellame tipico della cultura Lapita è stato riportato alla luce sulle coste delle isole Viti Levu, di Naigani e di Lakeba. I depositi Lapita hanno restituito anche asce litiche, ornamenti e utensili di conchiglia. Alla fase Navatu (sito di Viti Levu; 100 a.C.-1100 d.C. ca.) appartiene la classe della ceramica impressa, con decorazioni a motivi geometrici. La ceramica del 2° millennio d.C. (siti di Vunda, a Viti Levu, e nell’isola Teveuni) è caratterizzata da una ceramica inornata e incisa, quest’ultima particolarmente diffusa fra il 1100 e il 1800 (fase Vunda). Al 2° millennio d.C. si datano numerosi insediamenti fortificati sulle alture e nei fondovalle. I complessi cerimoniali erano articolati in una serie di cortili delimitati da muri che separavano i complessi in 3 unità distinte.
Ampio settore dell’Oceano Pacifico a S delle isole omonime, delimitato a E dalle notevoli fosse oceaniche di Tonga e di Kermadec. Tocca la costa nord-orientale della Nuova Zelanda. Profondità massima, 4329 metri.