Vesuvio (lat. Vesuvius o Vesevius o Vesvius o Vesbius) Rilievo vulcanico della Campania, a SE di Napoli.
L’apparato vulcanico del V. fa parte del complesso del Somma-V. e si colloca in una regione caratterizzata dalla presenza di altri apparati vulcanici (Campi Flegrei, Ischia, Procida e Roccamonfina). Tutti devono la loro formazione all’intensa tettonica estensiva (caratterizzata, cioè, da numerose faglie distensive con direzione NO-SE e NE-SO) che ha interessato il margine tirrenico campano a partire dalla fine del Terziario, in connessione con l’apertura del Bacino Tirrenico. L’età delle lave più antiche del complesso Somma-V., non presenti in affioramento ma perforate a 1345 m, datano a circa 300.000 anni fa; i prodotti più antichi affioranti sono invece di 25.000 anni fa. Il Monte Somma cessò la sua attività circa 17.000 anni fa; questa data, che può essere così considerata come quella d’inizio dell’attività del V. in senso stretto, fu caratterizzata da una violenta eruzione pliniana, la quale causò la formazione della caldera del Monte Somma. Il cono del V. si è andato costruendo all’interno di questa caldera e le due strutture si congiungono in corrispondenza della Valle del Gigante, a sua volta delimitata a ovest dall’Atrio del Cavallo e a est dalla Valle dell’Inferno.
Il V. può essere classificato come uno stratovulcano; alla sua sommità è presente un cratere di circa 450 m di diametro e profondo almeno 330 m. Il bordo del cratere è asimmetrico, essendo più ripido sul versante nord-orientale rispetto a quello sud-orientale; la superficie del cono presenta, inoltre, altre bocche eccentriche. Il settore occidentale del V. si appiattisce intorno ai 500 m di quota (Piano delle Ginestre); il suo bordo più esterno corrisponde al bordo della caldera del Monte Somma, la quale è stata quasi completamente distrutta.
Gli studi condotti sul complesso Somma-V. hanno rivelato che negli ultimi 25.000 anni si possono riconoscere tre principali cicli magmatici. Il primo, da 25.000 a 11.500 anni fa, fu caratterizzato dall’emissione di lave sottosature e di piroclastiti ricche in potassio. Un lungo periodo di riposo, interessato solo dalle eruzioni pliniane di Lagno Amendolara (11.400 anni fa ca.) e Mercato (8000 anni fa), separa il primo ciclo dal secondo. Quest’ultimo, che è compreso tra 7900 anni fa e il 79 d.C., fu caratterizzato da tre eruzioni pliniane, da lunghi periodi di riposo e da una serie di eventi eruttivi minori. Il magma eruttato durante questo lasso di tempo era di composizione da tefritica a fonolitica. Il terzo e ultimo ciclo si estende dal 79 d.C. al 1944 (data dell’ultima eruzione); questo periodo è stato caratterizzato da una serie di eruzioni subpliniane, dal 472 al 1631, e da attività stromboliana con emissione di lave, dal 1631 al 1944.
Un esperimento di sismica attiva, condotto nel 1994 e finalizzato allo studio tomografico della struttura crostale superficiale del vulcano e di eventuali camere magmatiche, ha mostrato l’esistenza di un’interfaccia a circa 3 km di profondità, che separa il basamento calcareo di età mesozoica dalla sovrastante sequenza di depositi vulcanici e sedimenti marini. Questo risultato è interessante per quanto riguarda il rischio vulcanico in quanto permette di identificare la profondità di potenziali acquiferi dove possono verificarsi interazioni magma-acqua, con conseguente innesco di un’attività altamente esplosiva. Direttamente sotto la sommità del vulcano è stata individuata una zona di alta velocità delle onde sismiche, interpretata come una rete di dicchi solidi, residui di passate eruzioni, mentre una zona di bassa velocità è stata identificata a circa 10 km di profondità ed è probabilmente dovuta alla presenza di rocce fuse.
Tra i due versanti del V., più densamente popolato è quello rivolto al Tirreno. La popolazione è distribuita in alcune decine di centri, che si allineano sulle pendici a un’altezza oscillante tra i 9 e i 190 m s.l.m. A O, lungo il litorale, sorgono i più importanti: Torre del Greco, Ercolano, Portici, Torre Annunziata e Castellammare di Stabia, che costituiscono parte integrante dell’agglomerazione di Napoli. Lungo il versante nord prevalgono, invece, centri più specificamente agricoli (con industrie di trasformazione relative), quali Santa Anastasia e Somma Vesuviana. La regione, nota per la viticoltura, produce inoltre ortaggi e frutta. Intenso il movimento turistico lungo la costa e in località famose quali Pompei.
Nel 1991 è stato istituito il Parco nazionale del V., soprattutto allo scopo di frenare l’edificazione.