Continente che occupa la calotta polare antartica, per circa 13,1 milioni di km2 (più 75.600 km2 di isole adiacenti). Il regime giuridico dell’Antartide e delle attività che vi si svolgono è stabilito da un sistema giuridico di origine internazionale che destina l’Antartide a riserva naturale, consacrata alla pace e alla scienza.
Tale sistema si è reso necessario anche in conseguenza delle rivendicazioni di sovranità avanzate, a partire dagli anni 1920, da alcuni Stati su parti del continente, in base al principio di priorità nella scoperta e nell’occupazione (Gran Bretagna, Francia, Norvegia), o di contiguità con il proprio territorio nazionale (Argentina, Cile, Nuova Zelanda), o di entrambi (Australia), dando luogo a controversie, specie tra Argentina, Cile e Gran Bretagna, le cui pretese territoriali in buona parte si sovrappongono. Gli Stati Uniti e l’URSS (poi la Russia), pur disponendo di importanti basi permanenti, non hanno espresso rivendicazioni né riconosciuto quelle avanzate da altri.
Il Trattato antartico. - Il Trattato fu concluso a Washington, il 1° dicembre 1959, dai dodici Paesi che avevano svolto ricerche scientifiche in Antartide nell’Anno geofisico internazionale 1957-1958. Esso è entrato in vigore il 23 giugno 1961. Con il Trattato, gli Stati contraenti si sono impegnati a limitarsi ad attività esclusivamente pacifiche, per scopi scientifici, cooperativi, con scambio di informazioni e mutuo controllo; non possono essere sollevate nuove rivendicazioni territoriali, ma non sono pregiudicate le rivendicazioni già avanzate, che restano tuttavia sospese. Nell’area di applicazione del Trattato antartico, posta a sud del 60° grado di latitudine sud, è vietata ogni attività militare e la sperimentazione di armi di qualsiasi tipo, comprese le armi nucleari.
Attualmente, al Trattato antartico sono parti 48 Stati, 28 dei quali (tra cui l’Italia) hanno ottenuto lo stesso status dei primi firmatari, in virtù delle attività di ricerca svolte in Antartide. Essi partecipano con diritto di voto agli ‘incontri consultivi’, previsti dal Trattato, allo scopo di promuovere lo scambio di informazioni, la consultazione reciproca e l’adozione di decisioni. Il sistema giuridico derivante dal Trattato antartico è stato integrato da successivi accordi, sempre maggiormente improntati alla protezione dell’ambiente e delle risorse naturali antartiche: la Convenzione sulla protezione delle foche (1972); la Convenzione sulla conservazione delle risorse marine viventi (1980); la Convenzione sullo sfruttamento delle risorse minerarie (1988), mai entrata in vigore; il Protocollo di Madrid sulla protezione dell’ambiente antartico (1991), in vigore dal 1998, che qualifica l’intero continente quale area protetta.
Voci correlate
Territorio. Diritto internazionale
Ambiente. Diritto internazionale